DARIO FO CENSURATO IN VATICANO

 

 

Exsultamus! Abbiamo tutti gridato di gioia per l’apparizione di Papa Francesco. Il fatto è che la sua elezione è qualcosa di davvero straordinario poiché questo Papa è il simbolo eccezionale del rinnovamento della Chiesa. L’evoluzione del rapporto tra il Vaticano e le persone comuni ci giunge non soltanto dal nome del nuovo pontefice – che ha scelto di chiamarsi Francesco appunto – ma dalle sue azioni quotidiane: egli non si limita ad un diverso linguaggio ma si muove andando verso la gente, prima ancora che la gente venga verso di lui.

Ma tutti si rendono conto che in questo contesto il cambiamento è frenato soprattutto dall’interno della Chiesa.

Un caso macroscopico è il divieto della rappresentazione dell’opera teatrale basata sul libro di Franca Rame dal titolo In fuga dal Senato che dovrebbe andare in scena proprio a Roma, all’Auditorium della Conciliazione.

Un’opera che racchiude un’esperienza di vita e di azioni spesso contrastate perfino quando si trattava di carceri, di lotta alla droga, di opposizione alla guerra e ai massacri dietro i quali spesso si intravvedono chiaramente interessi giocati nell’affare e nel profitto.

E questa messa in scena - che vedrà il debutto su palcoscenici di molte città italiane a partire dalla prossima settimana con Genova - narra anche delle violenze che i miseri debbono subire ogni giorno e degli sbarchi di clandestini che spesso perdono la propria vita in cerca di una vita degna e  civile.

Il particolare che va sottolineato è che in quel teatro abbiamo altre volte recitato, a cominciare da Mistero Buffo.

Oggi veniamo a sapere che la Santa Sede – proprietaria di quel locale – non ci autorizza a procedere con la rappresentazione del testo di Franca. Esplicitamente hanno dichiarato: “Niente palcoscenico per Dario Fo e Franca Rame”.

E qui chiudiamo esprimendo uno stupore incredibile. Come può una Chiesa continuare con gli ostruzionismi da guerra fredda che in Italia abbiamo subito nell’ultimo mezzo secolo, ancora con la censura e il divieto? E ciò significa buttare un’ombra lunga e grigia sullo splendore e la gioia che Papa Francesco ci sta regalando.

Dario Fo

31 ottobre 2013