Petizioni e appelli

SIETE TUTTI INVITATI alla Conferenza stampa organizzata dall’associazione Federico nel Cuore, lunedì 23 marzo ore 11.30 a Milano

 

 

L'intervento di Dario Fo per Federico Barakat e Antonella Penati:

 

 

Altri grandi interventi:  federiconelcuoreonlus.blogspot.it/p/grandi-interventi-25022015.html

Maggiori informazioni:  federiconelcuoreonlus.blogspot.it

 

DI SEGUITO IL TESTO DELL'INVITO ALLA CONFERENZA STAMPA (per scaricare la versione stampabile clicca qui)

INVITO

Conferenza stampa organizzata dall’associazione Federico nel Cuore DOPO LA SENTENZA DI CASSAZIONE FEDERICO UCCISO A OTTO ANNI IN AMBITO PROTETTO: PER LO STATO NESSUNO E’ RESPONSABILE!

Lunedì 23 marzo, ore 11.30 Palazzo Marino, via Marino, 7 – Sala Angiolini (3° Piano)

 

Interverranno

Antonella Penati 

Presidente dell’Associazione Federico nel Cuore Onlus -e madre di Federico Barakat e Responsabile Regione Lombardia per il Movimento dell’Infanzia;

Avvocato Federico Sinicato

 

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Il 27 gennaio scorso la Corte di Cassazione ha stabilito che non c’è nessun colpevole per la morte di Federico Barakat ucciso dal padre mentre era affidato ai servizi sociali ed ha assolto Elisabetta Termini, dirigente del servizio sociale, Nadia Chiappa assistente sociale e Stefano Panzeri, educatore, sollevandoli da ogni responsabilità per la morte di un bambino di soli 8 anni. L’assassinio avvenne il 25 febbraio 2009, proprio nella sede dell’Asl di San Donato Milanese durante una visita protetta. I disperati appelli che Antonella Penati, madre di Federico, rivolse ai responsabili del servizio sociale affinché le visite “vigilate” fossero sospese restarono inascoltati nonostante ci fossero diverse denunce ed anche una perizia psichiatrica a carico del padre di Federico.

TUTTI ASSOLTI vuol dire che per la morte di un bambino non c’è nessuna responsabilità. Lo Stato potrà quindi continuare a togliere i bambini dall’affidamento di genitori tutelanti ed esporli a rischi senza doverne rispondere in alcun modo? Quella della Cassazione è una sentenza inaccettabile e Antonella Penati vuole denunciare l’assenza di giustizia e battersi per evitare che altri bambini siano esposti a rischi da chi ha il dovere di proteggerli.

Federico Barakat un ”omicidio protetto” da non far passare sotto silenzio

Per info: contattare Antonella Penati al 345.0066295 ‐ Studio Sinicato : 02.89075731


GASPARRI CENSURA DARIO FO IN SENATO

In Senato il Movimento 5 Stelle sta dando battaglia in difesa della Costituzione e contro il disegno di legge del Governo Letta che violenta l'articolo 138, la valvola di sicurezza della nostra Carta contro colpi di mano.
Ognuno dei nostri portavoce interviene per il tempo massimo consentito: 20 minuti. In questo modo, contro il volere della maggioranza Pd-Pdl-Scelta Civica, riusciremo a far slilttare il voto sul provvedimento a mercoledì prossimo.
Lo facciamo per accendere il riflettori su un momento importantissimo per il nostro Paese di cui la stampa, a parte qualche rara eccezione, non si occupa come dovrebbe.
Oggi, 16 ottobre 2013, il Movimento 5 Stelle composto da portavoce dei cittadini nelle Istituzioni lo fa dando la parola in Senato al Premio Nobel per la letteratura Dario Fo tramite un nostro portavoce.
Queste le parole di Dario Fo lette in Senato:
"Che strano, abbiamo sempre detto che la nostra è la Costituzione più bella del Mondo ed ecco che all'improvviso qualcuno vuole cambiarla perché, dicono, in quel testo ci sono delle incongruenze e degli errori e, guarda caso, questi senatori e deputati sono gli stessi che hanno voluto e imposto le leggi ad personam. Strane coincidenze della storia."
Questo poi l'appello finale di Fo al Parlamentopermettete di darvi un consiglio: cercate di ricordare in ogni momento che siete tutti al servizio della gente e NON ad interessi particolari di qualcuno o di qualcosa.
Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ha impedito l'ascolto integrale del contributo di Dario Fo.
http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2013/10/per-la-costituzione-dario-fo-parla-in-senato.html


Firma anche tu per cancellare subito la legge #bossifini

Dario Fo: "Bossi-Fini, legge vergogna". "Sono contro la Bossi-Fini e anche contro Bossi e contro Fini che hanno fatto un regolamento senza nemmeno conoscere la realtà e i problemi dei migranti. Nessuno, per esempio, dice che grazie ai migranti lo Stato italiano incassa ben 13miliardi di euro. Sono le tasse che questi lavoratori pagano e che non vengono restituite loro in pensioni. Una quantità di migranti che hanno tutte carte in regole, pagano qui le tasse, poi magari decidono di cambiare paese per trovare più possibilità di lavoro e perdono tutto quello che hanno pagato. Solo questa cifra ci fa capire che affare sia per lo Stato l'ondata di migrazioni che arrivano da noi.
E lo Stato che fa? Li ripaga accusandoli del reato di immigrazione clandestina, anche quando sono morti per arrivare da noi. La Bossi-Fini è una legge vergogna: io prenderei i firmatari e li manderei in un centro di accoglienza Una legge vergogna. Io prenderei i nostri governanti e li accompagnerei nel centro di prima accoglienza di Lampedusa per vedere come sono costretti a vivere questi uomini, donne e bambini. Ma poi ci lascerei dentro loro".

FIRMA ANCHE TU L'APPELLO LANCIATO DA REPUBBLICA.IT per l'abolizione della Bossi-Fini
 
APPROFONDIMENTI:
- Ecco chi ha firmato, articolo di Paolo Gallori e Chiara Nardinocchi

- Leggi l'articolo di Stefano Rodotà

- Il testo integrale della legge Bossi-Fini
 


Candidiamo Lampedusa al Nobel per la pace

 
FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE DE L'ESPRESSO


 
Ha ragione Fabrizio Gatti: la piccola-grande isola di Lampedusa, che in queste ore vive l'ennesimo dramma dell'immigrazione, merita il premio Nobel per la pace. "L'Espresso" sposa questa causa, se ne fa interprete, si batterà perché la candidatura diventi realtà.
Abbiamo tempo fino a febbraio 2014 per raccogliere e presentare le firme. Mi auguro che l'idea conquisti l'appoggio delle istituzioni, del mondo politico, degli intellettuali e sopratutto dei cittadini ai quali chiediamo di firmare il nostro appello, il modo più semplice per condividere la nostra proposta.
Che è nata da almeno cinque buone ragioni.
1. Lampedusa è oggi la più importante porta d'ingresso all'Europa. Dall'altra sponda del Mediterraneo - spinti dalla fame, dal dolore, dalle persecuzioni razziali tribali o religiose - partono centinaia di uomini donne e bambini che per tentare di conquistarsi il diritto a vivere mettono nel conto perfino la possibilità di morire. Lì, su quell'isola, si svolge ogni giorno una nobilissima battaglia in nome e per conto del mondo intero.
2. A combatterla è una piccola comunità - 6300 abitanti - che mette da parte la sua vita privata e dimentica i suoi interessi legati a una stagione turistica che dura poche settimane all'anno, per impegnarsi in una straordinaria gara di solidarietà. Uomini donne e bambini che fermano lo scorrere della loro vita normale per aiutare e ospitare i sopravvissuti a drammatici viaggi della speranza. Un popolo che non ha mai smesso di essere umano.
3. Premiare un'isola e i suoi abitanti con un riconoscimento internazionale altamente significativo servirebbe anche a svegliare l'Unione Europea dal suo torpore, da un silenzio talvolta fatto di egoismo e indifferenza, e spingerla a occuparsi del dramma di intere popolazioni di migranti che non può essere affidato alla generosità e all'altruismo di un solo paese o addirittura di un piccolo scoglio in mezzo al mare.
4. Premiare Lampedusa sarebbe come gridare "alt" allo scandaloso traffico di carne umana sul quale lucrano all'origine mediatori, scafisti e perfino piccoli ras locali e che costituisce per molti governi del Mediterraneo il sistema più semplice per fingere di risolvere, o almeno di allentare e rinviare nel tempo, drammatici problemi di fame e miseria.
5. Premiare Lampedusa significherebbe infine offrire una piccola ma intensa luce di speranza a chi è costretto ad abbandonare la sua terra e a cercare a casa altrui ciò che non avrà mai a casa propria. Vorrebbe dire che qualcuno nel mondo sta pensando anche a loro, ai dannati della terra, ai morti del mare.
Per queste ragioni chiediamo a tutti di combattere insieme a noi una battaglia di civiltà.
Sarà, almeno, una sentita testimonianza di vicinanza e solidarietà.
Il direttore de L'Espresso,
Bruno Manfellotto
 
FIRMA QUESTA PETIZIONE! CLICCA QUI!
 
APPROFONDIMENTI
Fonte articolo:  temi.repubblica.it
Ecco chi ha firmato  espresso.repubblica.it
Perché Lampedusa merita il premio Nobel di Fabrizio Gatti

Repubblica: Firma per abolire la Bossi-Fini
 


Guido Barilla: dove c'è amore c'è famiglia

Caro Guido Barilla,

Ricordo i primi spot televisivi di Barilla, a cui ho partecipato non solo come attore ma anche come autore dei testi e della sceneggiatura nonché del montaggio. Ebbero un enorme successo e, in quel tempo, ho avuto anche l'occasione di conoscere Pietro, vostro padre.

Una persona piena di creatività ed intelligenza, appassionato d'arte e di cultura.

In quegli spot abbiamo raccontato di prodotti che sono diventati simbolo dell'Italia e degli italiani tutti, nelle nostre case e nel mondo. La pasta soprattutto è sinonimo d'Italia, di casa e di famiglia. Per tutti.

Ecco: oggi il nostro Paese è fatto di tante famiglie unite solo dall'amore delle persone che ne fanno parte. Amore che non è in grado di discriminare, che non ha confini: e l'amore, in tutto il mondo, può nascere tra un uomo e una donna, due donne, due uomini.

Sull'amore si fonda una famiglia, quella che la vostra azienda racconta nella sua comunicazione. Sull'amore si fonda una casa.

Alla domanda sul perché la sua azienda non faccia spot pubblicitari con famiglie gay, lei ha risposto: "Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell'azienda". Poi, in seguito alle polemiche che si sono scatenate, ha specificato: “Volevo semplicemente sottolineare la centralità del ruolo della donna all'interno della famiglia”. E ancora: “Ho il massimo rispetto per qualunque persona, senza distinzione alcuna. Ho il massimo rispetto per i gay e per la libertà di espressione di chiunque. Ho anche detto e ribadisco che rispetto i matrimoni tra gay. Barilla nelle sue pubblicità rappresenta la famiglia perché questa accoglie chiunque e da sempre si identifica con la nostra marca”

Ecco, Guido. La sua azienda rappresenta l'Italia: nel nostro Paese e in tutto il mondo. Un'Italia che è fatta anche di coppie di fatto, di famiglie allargate, di famiglie con genitori omosessuali e transgender.

Ecco perché le chiedo di cogliere questa occasione e di ritornare allo spirito di quegli spot degli anni '50 dove io stesso interpretavo uno spaccato della società in profondo mutamento. Ecco perché le chiedo di uscire dalla dimensione delle polemiche e farsi ambasciatore della libertà di espressione di tutti.

Mi appello a lei, caro Guido, perchè ha modo di ridare all'Italia di oggi la possibilità di rispecchiarsi nuovamente in uno dei suoi simboli e alla sua azienda di diventare ambasciatore di integrazione e voce del presente. E chiedo quindi che lo faccia con le prossime campagne pubblicitarie del gruppo Barilla, dove la famiglia potrà finalmente essere rappresentata nelle sue infinite e meravigliose forme di questi nostri tempi.

Come ho già scritto: "Buttiamoci con la testa sotto il getto del lavandino e facciamo capire ai briganti che qui siamo ancora in molti in grado di dimostrare di far parte di un contesto di uomini e donne libere e pensanti".

DARIO FO 

 

barilla-dove-c'è-amore-c'è-famigliaLettera aperta con la quale Dario Fo chiede a Guido Barilla di rappresentare la famiglia nelle sue diverse forme di questi nostri tempi. Puoi sottoscriverla anche tu firmando la petizione su change.org  (Clicca qui)

 

Spot Barilla con Dario Fo:

IL BALLISTA (1959)

Dario Fo veste, di volta in volta, i panni di un personaggio diverso proponendo agli amici del bar varie storie basate su notevoli e improbabili "balle". Alla fine del racconto uno degli amici puntualmente esclama: "Questa proprio non la bevo" e Fo risponde, mostrando una scatola di pasta Barilla: "E questa la mangi?".

 

 

 

Petizione pubblicata il 27 - 09 - 2013


L'appello contro un uomo solo al comando

I ladri del pensiero civile organizzano le loro truffe infilando infamità nei testi sacri della legalità. È un delitto che consumano di norma nottetempo, ma anche in pieno giorno, in particolare d’estate, approfittando della canicola, quando tutti i cittadini stanno addormentati e storditi dall’afa. Sveglia, per dio! Buttiamoci con la testa sotto il getto del lavandino e facciamo capire ai briganti che qui siamo ancora in molti in grado di dimostrare di far parte di un contesto di uomini e donne libere e pensanti.
Firma anche tu questa petizione, e passaparola!
Dario Fo

Appello ai parlamentari contro un uomo solo al comando - IlFattoQuotidiano.it

Ignorando il risultato del referendum popolare del 2006 che bocciò a grande maggioranza la proposta di mettere tutto il potere nelle mani di un “Premier assoluto”, é ripartito un nuovo e ancor più pericoloso tentativo di stravolgere in senso presidenzialista la nostra forma di governo, posponendo a questa la indilazionabile modifica dell’attuale legge elettorale.

In fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi d’informazione la Camera dei Deputati ha iniziato a esaminare il disegno di legge governativo, già approvato dal Senato, di revisione della Costituzione in plateale violazione della disciplina prevista dall’articolo 138, che costituisce la “valvola di sicurezza” pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione.

Ci appelliamo a voi che avete il potere di decidere, perché il processo di revisione costituzionale in atto sia riportato nei binari della legalità costituzionale.

CONTINUA...

 

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Dona il 5x1000 al Nuovo Comitato Il Nobel per i disabili Onlus


Hai già deciso a chi devolvere il 5x1000 della tua dichiarazione dei redditi?
Puoi sostenere il Nuovo Comitato Il Nobel per i disabili Onlus, fondato da Franca Rame, Dario Fo e Jacopo Fo per aiutare le persone portatrici di disabilità mentali o fisiche, segnando il codice fiscale 92014460544 e mettendo una firma nell'apposita sezione (Scelta per la destinazione del cinque per mille dell'IRPEF).
Nessun costo per il contribuente, il 5x1000 non è un’imposta aggiuntiva e non si somma all’ammontare dell’IRPEF.
I fondi raccolti saranno utilizzati dal Comitato per sostenere progetti legati al sostegno e all'aiuto dei meno fortunati. Fino ad oggi abbiamo consegnato pulmini per il trasporto dei portatori di handicap, sedie a rotelle, computer e apparecchi specifici per i disabili.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI CLICCA QUI


No ad un burattino al Quirinale

dario fo e franca rame

NO, NOI NON CI STIAMO

Come dice Dante: da noi cresce il mal seme d’Adamo. E chi son questi? Coloro che in questo preciso istante si trovano in combutta per distruggere ogni chiara lealtà e con giochi infami s’apprestano a governare truccando leggi e giustizia in orrendo mercato.
L’incontro è già avvenuto, di nascosto hanno patteggiato. Sull’alto colle, hanno contrattato: lassù porranno un loro burattino facile da gestire. I loro solidali stanno frementi pronti ad applaudire, e il popolo che ha votato questi al governo perché sterzassero verso un profondo innovamento, muto resta?
No, noi non ci stiamo, è tempo di urlare tutta la nostra rabbia e lo sdegno.
Attenti, quel che sta succedendo, se non spezziamo questo indegno intrallazzo, cambierà tristemente la storia per un lungo avvenire. Vogliamo lasciarci seppellire dentro il vuoto del nulla?
No, noi non ci stiamo, cominciamo, qualcosa lo dobbiamo inventare. Mettiamo in campo tutta la nostra disperazione, una soluzione la dobbiamo trovare, altrimenti non possiamo poi lamentarci dando colpa alla casualità.
Nella storia dei popoli, nulla è casuale: ogni caduta ed ogni levata stanno nelle mani di noi che ancora liberi viviamo.
No, noi non ci stiamo.

Franca Rame e Dario Fo

Se siete d’accordo con questa nostra protesta sottoscrivetela anche voi.