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Dario Fo: «Don Gallo era l'incontro...»

«Abbiamo perduto un compagno di strada. Era bello camminare con lui accanto, era un contagio di cose buone». Dario Fo, quarant’anni dopo il primo incontro con Don Gallo, quel prete magnifico che in moltissimi ora piangono.
Hai detto “contagio”?
«Esatto: lasciava tracce, segni. Spiazzava con la bonomia, con la sua apertura totale, era l’incontro, lui era l’incontro...»
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Dario Fo e Carmelo Bene: i rivoluzionari del teatro italiano

dario fo e carmelo beneDi Stefano Bardi - Il Presidente della Repubblica gli hanno proposto di fare! Ma lui da grande uomo di cultura qual è ha rifiutato, perché ha affermato che la politica non fa per lui in quanto.. gli sta stretta. Personalmente credo che il suo rifiuto sia dovuto per la sua grande passione che ha per il suo lavoro, che è il teatro; ma, a differenza delle critiche che gli sono state fatte per questa scelta, credo che la sua sia stata una scelta di coerenza, poiché lui è stato è sarà un uomo che ha fatto del teatro il suo scopo di vita. Di chi sto parlando? Del premio Nobel per la letteratura Dario Fo (Sangiano, 24 marzo 1926): un grande scrittore che ha rivoluzionato il modo di fare teatro in Italia dal 1969 in poi.

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LA GELMINI CONSIGLI A B. DI TRASFERIRSI ALL'ESTERO di Dario Fo su Il Fatto Quotidiano 12/05/2013

La signora Mariastella Gelmini, splendida creatura, in una nota rilasciata all’Ansa ieri sera, dice che solo una mente annebbiata potrebbe essere d’accordo con me quando dichiaro che la condanna di Silvio Berlusconi in uno dei suoi numerosi processi sarebbe una dimostrazione che nel nostro paese la giustizia è veramente uguale per tutti.
Certo, vivere nella speranza che la giustizia risolva i problemi di equità nella vita sociale del nostro paese è una pretesa a dir poco paradossale.
Anche perché pochi sanno che quasi tutti gli avvocati che si ritrovano a far parte del Popolo della Libertà sono stati ingaggiati da Berlusconi per difenderlo nei processi in cui è stato coinvolto. Il fatto di averli fatti assumere spesso imponendoli nei vari governi alla Camera e al Senato è una straordinaria “drittata”, giacché così in gran parte il Cavaliere fa pagare gli stipendi dei suoi avvocati direttamente al popolo italiano.
Ma poi la Sig.ra Gelmini mi dovrà spiegare che c’entra questa “drittata” con la giustizia uguale per tutti. Ma quanti sono gli italiani che possono godere dello stesso privilegio che si è regalato il boss di Arcore?
Ma andiamo avanti. Perfino il segretario del Popolo della Libertà ha partorito una legge messa in atto per sospendere i processi a carico del Cavaliere: stiamo parlando del Lodo Alfano che infatti rende nulli i processi penali nei confronti delle quattro cariche più alte dello stato, e il quinto protetto è stato quasi sempre lui.
E quindi c’è la ex Cirielli, che diminuisce i tempi di prescrizione, così che gran parte dei suoi processi siano allungati fino a diventare nulli, vedi caso Mills. Poi c’è la legge Gasparri, redatta dal Gasparri stesso: egli oggi è senatore e anche senza essere laureato ha elaborato la legge in questione che regala un’infinità di privilegi a Berlusconi e alle sue televisioni.
Vi è inoltre la depenalizzazione sul falso in bilancio grazie alla quale il Cavaliere si è salvato da ben due processi.
Ultimamente è stata inventata anche la legge sulle rogatorie internazionali che trova applicazione anche al processo "Sme-Ariosto 1" per corruzione in atti giudiziari. Un altro colpo di genio, sempre messo a segno dal suo staff, è la  depenalizzazione del falso in bilancio, che ha portato alla sua assoluzione in altri due processi.
Vi è poi la Legge Cirami (il cui autore, addirittura un ex magistrato, è passato in pochi anni da una formazione all’altra con un’agilità straordinaria): questa legge, creata un’altra volta per Berlusconi, introduce il  "legittimo sospetto sull'imparzialità del giudice” per far trasferire i processi con la speranza di perderli per strada.
Di leggi ad personam ve ne sono altre cinque, tra queste anche il condono tombale, il Lodo Schifani (che per fortuna è stato dichiarato incostituzionale), il decreto Salva Rete4, il condono edilizio esteso alle aree protette (inclusa Villa Certosa), la legge Pecorella (quest’ultimo Professore di Diritto in un’università di Milano).
Inutile dire che tutti questi privilegi giuridici ai quali abbiamo accennato hanno portato beneficio alle società di cui il Cavaliere è proprietario.
Un’altro docente universitario che è stato al servizio dell’Accademia di Arcore, anch’egli avvocato, è il Prof. Tremonti che abolì l’imposta sulle successioni e donazioni per grandi patrimoni. Vuoi vedere che anche qui c’è stato un vantaggio particolare per il presidente Berlusconi?
Ma non è finita... abbiamo anche il decreto salva-calcio, di cui beneficiò la squadra del Milan che secondo notizie riservate pare sia un’organizzazione di cui è proprietario il Satrapo della Brianza.
Vi è inoltre l’incentivo per l’acquisto dei decoder: casualmente il principale distributore in Italia di tali apparecchi è una società controllata al 51% da Paolo e Alessia Berlusconi, per il momento non ancora eletti nel nostro Parlamento.
E dire che ci sono ancora delle cittadine e dei cittadini italiani a loro volta dirigenti politici leggermente a destra che lamentano la mancanza di giustizia nei processi italiani. Fra questi c’è anche la Sig.ra Gelmini verso la quale mi sento solidale fino al midollo. Tanto che se fossi in lei, consiglierei a Berlusconi di rifiutare la cittadinanza italiana e recarsi a vivere in altri paesi d’Europa.
Lì sì che si troverebbe bene: posso assicurarle che dispongono di hanno ottime galere.
 
 
DARIO FO


Piovono pietre - Dario Fo

piovono pietre

"Ci risiamo, piovono pietre! E’ straordinario: tutte le volte che mi capita di scrivere o recitare un lazzo grottesco su un personaggio politico della destra e qualche volta anche della sinistra, vengo subito aggredito da una caterva di insulti dai soliti giornali moralmente corretti e dai media in genere. In questo caso lo sberleffo indegno che ho prodotto ha colpito due personaggi che rischiano di venire eletti come ministri o sottosegretari del nuovo governo. Ed ecco che scatta subito il reato di lesa maestà. Il primo da me colpito è stato Brunetta, detto da qualche commentatore sgarbato ‘il petulante di turno’. Il secondo è l’ex Presidente del Senato Schifani. Mi sono permesso di far notare come il suo cognome sia onomatopeico... in quel suo nome c’è già tutto: il rifiuto e il senso di angoscia che procura il suono di questa parola. Schifani.
Cominciamo con il puntualizzare come mi sono espresso nella prima ironia. Di che atto indegno mi sono macchiato? ..."

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No ad un burattino al Quirinale

dario fo e franca rame

NO, NOI NON CI STIAMO

Come dice Dante: da noi cresce il mal seme d’Adamo. E chi son questi? Coloro che in questo preciso istante si trovano in combutta per distruggere ogni chiara lealtà e con giochi infami s’apprestano a governare truccando leggi e giustizia in orrendo mercato.
L’incontro è già avvenuto, di nascosto hanno patteggiato. Sull’alto colle, hanno contrattato: lassù porranno un loro burattino facile da gestire. I loro solidali stanno frementi pronti ad applaudire, e il popolo che ha votato questi al governo perché sterzassero verso un profondo innovamento, muto resta?
No, noi non ci stiamo, è tempo di urlare tutta la nostra rabbia e lo sdegno.
Attenti, quel che sta succedendo, se non spezziamo questo indegno intrallazzo, cambierà tristemente la storia per un lungo avvenire. Vogliamo lasciarci seppellire dentro il vuoto del nulla?
No, noi non ci stiamo, cominciamo, qualcosa lo dobbiamo inventare. Mettiamo in campo tutta la nostra disperazione, una soluzione la dobbiamo trovare, altrimenti non possiamo poi lamentarci dando colpa alla casualità.
Nella storia dei popoli, nulla è casuale: ogni caduta ed ogni levata stanno nelle mani di noi che ancora liberi viviamo.
No, noi non ci stiamo.

Franca Rame e Dario Fo

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Dario Fo contro la parata del 2 giugno: “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro non sulle armi”

parata due giugno

"Ho firmato la petizione contro la parata militare del 2 giugno a Roma per la festa della Repubblica, e spero che lo facciano tutti".

Il premio Nobel Dario Fo in campo per l'abolizione "si spera per sempre" della sfilata annuale delle Forze armate ai Fori Imperiali in occasione della festa del 2 giugno, "che festa non è. Il transito marziale di donne e uomini in divisa -dice Fo- e generali che stanno sulle transenne non fa mai pensare a una festa ma alla preparazione di una guerra".

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Dario Fo: Era già malato ma mi regalò la sua voce

gaber, jannacci e fo

«Ho nel cuore l'ultima emozione che Enzo mi ha regalato - dice Dario Fo commosso - fu l'anno scorso, venne a cantare alla mia mostra a Palazzo Reale, a Milano. Era uscito apposta dall'ospedale, un gesto di generosità. Cantò El purtava i scarp del tennis con una passione che mi parve una resurrezione del suo corpo e della sua voce. Lo fece per me.
Grazie Enzo
».

Sconvolto, toccato nel cuore, Fo si scusa: da Gubbio, ospite del figlio Jacopo con Franca Rame, non ce la fa a parlare. Ha sentito al telefono Paolo, il figlio di Enzo, ma chiede di essere lasciato tranquillo. «Sono disperato. È come fosse morto uno di casa. Quando mi hanno dato la notizia non mi sarei più alzato dal letto, l'ho fatto per reagire, per Enzo, perché non sto nemmeno bene». Proprio per motivi di salute il Nobel e Franca Rame quasi certamente non saranno presenti ai funerali dell'amico fraterno.

fonte: repubblica.it