Scelte coraggiose

Mail di un sostenitore

Bravo Dario Fo!
sono appena rientrato dall’incontro che Lei ha organizzato al Teatro Smeraldo di Milano al quale sono venuto per sapere e per capire.
Nelle sue parole c’è un grande entusiasmo e la voglia gentile ma ferma di andare fino in fondo.
Ho fiducia nella sua correttezza intellettuale e nel suo essere una persona perbene. E sono contento che finalmente persone come lei si facciano avanti, con quel senso imperativo ma al tempo stesso sereno di impegno civile, per la gente e con la gente, consapevoli che la rinascita della società umana può partire solo dalla base, da ciascuno di noi.
Autentico il suo appello, che ho davvero apprezzato, quando a fine serata ha chiesto sinceramente che non venga a mancarle l’aiuto di tutti. Perché ciò che lei intende fare è enorme, e lei, come i suoi avversari, ne è consapevole: vincere a Milano, vincere con Milano, significa far emergere un modello di governo e di sviluppo alternativo che potrebbe diventare esempio non solo per il nostro Paese.
Ma occorrono scelte coraggiose, Signor Fo. Scelte che forse collimano poco con la popolarità ma che possono dare il senso di quanto la misura sia stata superata in modo allarmante.
Qui non si tratta solo di risparmiare il 4 o il 5 per cento di energia, coibentando le pareti delle case o passando all’uso di lampadine a basso consumo. Si tratta di diventare capofila di una energica inversione di cultura e di mentalità. L’uomo non è più al centro dello sviluppo della nostra società da un pezzo, e Milano ne costituisce solo uno dei tanti esempi. Come motore di ogni azione o attività, ormai vi è solo un interesse economico spersonalizzato, che tutti indistintamente misurano e leggono negli indicatori come il PIL o il disavanzo pubblico. E questo è davvero preoccupante, da destra e da sinistra, perché da il senso di quanto la politica si sia abissalmente allontanata dalle persone.
Il benessere della società umana, inteso come lo stare bene, l’essere felici e sereni, è ormai assai disgiunto da questi parametri che invece sono diventati il termometro di qualsiasi azione politica.
Bene Signor Fo, mi piacerebbe che tra i suoi bizzarri strumenti vi possa essere il “sorrisometro” o il “sognometro”, e che questi strumenti, man mano che il progetto prenderà corpo, grazie alla sua visione innovativa, “insolita”, atipica (per non dire “positivamente folle”) possano finalmente cominciare a segnare dei positivi fondo scala. Non si lasci convincere anche lei troppo dall’ipnotismo dei numeri. Ma piuttosto contagi chi le sta intorno con quel virus che le ha pervaso il sangue, dandole la capacità di suscitare riflessivi e consapevoli risate. Contagi coloro che cercheranno il compromesso, li contagi perché perdano il senno e l’aiutino a compiere quelle scelte clamorose che ridaranno un volto ed un ruolo positivo a questa città.
Faccia di Milano un faro per un mondo, perché ha un disperato bisogno di speranza.