LA GELMINI CONSIGLI A B. DI TRASFERIRSI ALL'ESTERO di Dario Fo su Il Fatto Quotidiano 12/05/2013

La signora Mariastella Gelmini, splendida creatura, in una nota rilasciata all’Ansa ieri sera, dice che solo una mente annebbiata potrebbe essere d’accordo con me quando dichiaro che la condanna di Silvio Berlusconi in uno dei suoi numerosi processi sarebbe una dimostrazione che nel nostro paese la giustizia è veramente uguale per tutti.
Certo, vivere nella speranza che la giustizia risolva i problemi di equità nella vita sociale del nostro paese è una pretesa a dir poco paradossale.
Anche perché pochi sanno che quasi tutti gli avvocati che si ritrovano a far parte del Popolo della Libertà sono stati ingaggiati da Berlusconi per difenderlo nei processi in cui è stato coinvolto. Il fatto di averli fatti assumere spesso imponendoli nei vari governi alla Camera e al Senato è una straordinaria “drittata”, giacché così in gran parte il Cavaliere fa pagare gli stipendi dei suoi avvocati direttamente al popolo italiano.
Ma poi la Sig.ra Gelmini mi dovrà spiegare che c’entra questa “drittata” con la giustizia uguale per tutti. Ma quanti sono gli italiani che possono godere dello stesso privilegio che si è regalato il boss di Arcore?
Ma andiamo avanti. Perfino il segretario del Popolo della Libertà ha partorito una legge messa in atto per sospendere i processi a carico del Cavaliere: stiamo parlando del Lodo Alfano che infatti rende nulli i processi penali nei confronti delle quattro cariche più alte dello stato, e il quinto protetto è stato quasi sempre lui.
E quindi c’è la ex Cirielli, che diminuisce i tempi di prescrizione, così che gran parte dei suoi processi siano allungati fino a diventare nulli, vedi caso Mills. Poi c’è la legge Gasparri, redatta dal Gasparri stesso: egli oggi è senatore e anche senza essere laureato ha elaborato la legge in questione che regala un’infinità di privilegi a Berlusconi e alle sue televisioni.
Vi è inoltre la depenalizzazione sul falso in bilancio grazie alla quale il Cavaliere si è salvato da ben due processi.
Ultimamente è stata inventata anche la legge sulle rogatorie internazionali che trova applicazione anche al processo "Sme-Ariosto 1" per corruzione in atti giudiziari. Un altro colpo di genio, sempre messo a segno dal suo staff, è la  depenalizzazione del falso in bilancio, che ha portato alla sua assoluzione in altri due processi.
Vi è poi la Legge Cirami (il cui autore, addirittura un ex magistrato, è passato in pochi anni da una formazione all’altra con un’agilità straordinaria): questa legge, creata un’altra volta per Berlusconi, introduce il  "legittimo sospetto sull'imparzialità del giudice” per far trasferire i processi con la speranza di perderli per strada.
Di leggi ad personam ve ne sono altre cinque, tra queste anche il condono tombale, il Lodo Schifani (che per fortuna è stato dichiarato incostituzionale), il decreto Salva Rete4, il condono edilizio esteso alle aree protette (inclusa Villa Certosa), la legge Pecorella (quest’ultimo Professore di Diritto in un’università di Milano).
Inutile dire che tutti questi privilegi giuridici ai quali abbiamo accennato hanno portato beneficio alle società di cui il Cavaliere è proprietario.
Un’altro docente universitario che è stato al servizio dell’Accademia di Arcore, anch’egli avvocato, è il Prof. Tremonti che abolì l’imposta sulle successioni e donazioni per grandi patrimoni. Vuoi vedere che anche qui c’è stato un vantaggio particolare per il presidente Berlusconi?
Ma non è finita... abbiamo anche il decreto salva-calcio, di cui beneficiò la squadra del Milan che secondo notizie riservate pare sia un’organizzazione di cui è proprietario il Satrapo della Brianza.
Vi è inoltre l’incentivo per l’acquisto dei decoder: casualmente il principale distributore in Italia di tali apparecchi è una società controllata al 51% da Paolo e Alessia Berlusconi, per il momento non ancora eletti nel nostro Parlamento.
E dire che ci sono ancora delle cittadine e dei cittadini italiani a loro volta dirigenti politici leggermente a destra che lamentano la mancanza di giustizia nei processi italiani. Fra questi c’è anche la Sig.ra Gelmini verso la quale mi sento solidale fino al midollo. Tanto che se fossi in lei, consiglierei a Berlusconi di rifiutare la cittadinanza italiana e recarsi a vivere in altri paesi d’Europa.
Lì sì che si troverebbe bene: posso assicurarle che dispongono di hanno ottime galere.
 
 
DARIO FO