Nell’Unione con un patto unitario

Nell’Unione con un patto unitario per un diverso governo cittadino
Dario Fo agli amici della sinistra.

Ormai è chiaro a tutti che le elezioni per il sindaco di Milano saranno occasione di una violentissima offensiva della destra “sconfitta alle politiche”, per non perdere il proprio bastione fondamentale.
È necessario realizzare uno sforzo straordinario per vincere a Milano, per questo è essenziale grande chiarezza sui punti fondamentali per salvare questa nostra città.
Alle primarie dell’Unione il risultato che abbiamo ottenuto (candidato Fo) ha indicato che esiste un’area ampia, aggregata intorno ad alcune questioni decisive per il futuro governo della città, questioni che si sono definite nel corso di una lunga campagna di inchiesta sul territorio, con le forze politiche che hanno sostenuto e arricchito il nostro progetto: Rifondazione, Miracolo a Milano, i Verdi per Fo, comitati di quartiere, associazioni di cittadini, collettivi di donne, studenti, insegnanti universitari e ricercatori dell’ambito scientifico.
Questo consenso è determinante per la vittoria dell’Unione e per portare in consiglio comunale le aspettative di quella parte di popolazione che crede che la volontà di unità, per sconfiggere il centro-destra e la sua politica, debba essere legata alla radicalità dei contenuti.
Questo è l’unico modo per riuscire a togliere Milano dalle mani della grande impresa, che attraverso la privatizzazione, ha in programma di divorare ogni bene della comunità. Pensiamo che raccoglierci in un’unica lista significhi aumentare la nostra credibilità e offrire una ragione di speranza e di partecipazione ai tanti che in questi anni si sono allontanati dalla politica.
Quindi rivolgiamo, un appello a tutti quelli che vogliono sostenerci ed entrare in questa coalizione per non disperdere il patrimonio costruito.

L’amico Rocchi, dirigente di Rifondazione Comunista a cui avevamo accennato la nostra proposta, ha dichiarato tanto al Corriere della Sera che a Repubblica che non intende unirsi a noi in quanto il suo direttivo è interessato ad altro programma, cioè realizzare la Sinistra europea. E per quanto riguarda il progetto per una nuova amministrazione della città di Milano, Rifondazione intende rifarsi alle proposte scaturite dal Cantiere, espresso dall’Unione. Inoltre, definiva l’insieme delle nostre risoluzioni un micro-programma.
E’ strano sia diventato “micro”, perché, soltanto qualche mese fa, quando ci siamo presentati insieme alle primarie, proprio su questo programma avevamo trovato un pieno d’accordo.

In poche parole, Rocchi, all’istante, considera più che mediocre il risultato del nostro lavoro di analisi e di proposta e di conseguenza irrisori i drammatici problemi espostici dai Comitati e dai collettivi di ricerca.
D’altra parte c’è già il programma scaturito dal Cantiere. Ma quale programma? Sono tre mesi e più che lo aspettiamo. Ma non importa, basta aver fede e pazienza. Quindi, perché perder tempo a cercare di costruire un argine contro lo squarciamento del territorio urbano allo scopo di bloccare parcheggi sotterranei, fino alla profondità di 15 metri nel numero di circa 40 strutture?
Perché impegnarsi a bloccare il disastro ambientale in atto in zona Fiera, all’Isola, contro la distruzione di zone verdi e di parchi pubblici, contro la costruzione di grattacieli con 2 milioni di metri cubi di fabbricato, contro la svendita di complessi edilizi frutto di rapina ai cittadini, contro lo smog che supera ogni livello di guardia, contro il traffico caotico e una struttura di trasporto pubblico da terzo mondo? Tanto è tutto “micro”!
E ancora: perché cercare di modificare una periferia senza servizi, scuole, ospedali, centri educativi, spazi per l’infanzia, centri culturali per i giovani e gli anziani, una periferia che priva com’è di ogni progetto di decentramento metropolitano rischia di ridursi in un ghetto abitato da una popolazione di miserabili? “Micro-programma”?!
Tutto questo, aggiunto a una lotta sacrosanta contro il vuoto culturale della città (vedi università, teatri, biblioteche), appare, agli occhi del segretario di Rifondazione, un impegno inutile, appunto “micro”… una impresa senza valore alcuno.

Speravamo di riuscire a condurre un’azione di grande accordo allargato a tutta la cosiddetta sinistra radicale. Ma non ce l’abbiamo fatta. Forse riusciremo a trovare un legame con gli altri gruppi e partiti con i quali discuteremo domani. Spero che ci si riesca. Sarebbe proprio un peccato presentarci a questa importante battaglia in ordine sparso, correndo il rischio di ritrovarci tutti mazzolati come poveri pellegrini ma col proprio simbolo ben incollato sul petto.
Come diceva Gramsci: “Ogni movimento della sinistra, davanti all’esigenza di associarsi per la lotta comune, ha sempre in serbo un programma irrinunciabile che gli impone di isolarsi o unirsi col gruppo sbagliato e non c’è catastrofe, che lo porti a ritrovare una saggezza.”
Dario Fo