2013

Firma anche tu per cancellare subito la legge #bossifini

Dario Fo: "Bossi-Fini, legge vergogna". "Sono contro la Bossi-Fini e anche contro Bossi e contro Fini che hanno fatto un regolamento senza nemmeno conoscere la realtà e i problemi dei migranti. Nessuno, per esempio, dice che grazie ai migranti lo Stato italiano incassa ben 13miliardi di euro. Sono le tasse che questi lavoratori pagano e che non vengono restituite loro in pensioni. Una quantità di migranti che hanno tutte carte in regole, pagano qui le tasse, poi magari decidono di cambiare paese per trovare più possibilità di lavoro e perdono tutto quello che hanno pagato. Solo questa cifra ci fa capire che affare sia per lo Stato l'ondata di migrazioni che arrivano da noi.
E lo Stato che fa? Li ripaga accusandoli del reato di immigrazione clandestina, anche quando sono morti per arrivare da noi. La Bossi-Fini è una legge vergogna: io prenderei i firmatari e li manderei in un centro di accoglienza Una legge vergogna. Io prenderei i nostri governanti e li accompagnerei nel centro di prima accoglienza di Lampedusa per vedere come sono costretti a vivere questi uomini, donne e bambini. Ma poi ci lascerei dentro loro".

FIRMA ANCHE TU L'APPELLO LANCIATO DA REPUBBLICA.IT per l'abolizione della Bossi-Fini
 
APPROFONDIMENTI:
- Ecco chi ha firmato, articolo di Paolo Gallori e Chiara Nardinocchi

- Leggi l'articolo di Stefano Rodotà

- Il testo integrale della legge Bossi-Fini
 


Candidiamo Lampedusa al Nobel per la pace

 
FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE DE L'ESPRESSO


 
Ha ragione Fabrizio Gatti: la piccola-grande isola di Lampedusa, che in queste ore vive l'ennesimo dramma dell'immigrazione, merita il premio Nobel per la pace. "L'Espresso" sposa questa causa, se ne fa interprete, si batterà perché la candidatura diventi realtà.
Abbiamo tempo fino a febbraio 2014 per raccogliere e presentare le firme. Mi auguro che l'idea conquisti l'appoggio delle istituzioni, del mondo politico, degli intellettuali e sopratutto dei cittadini ai quali chiediamo di firmare il nostro appello, il modo più semplice per condividere la nostra proposta.
Che è nata da almeno cinque buone ragioni.
1. Lampedusa è oggi la più importante porta d'ingresso all'Europa. Dall'altra sponda del Mediterraneo - spinti dalla fame, dal dolore, dalle persecuzioni razziali tribali o religiose - partono centinaia di uomini donne e bambini che per tentare di conquistarsi il diritto a vivere mettono nel conto perfino la possibilità di morire. Lì, su quell'isola, si svolge ogni giorno una nobilissima battaglia in nome e per conto del mondo intero.
2. A combatterla è una piccola comunità - 6300 abitanti - che mette da parte la sua vita privata e dimentica i suoi interessi legati a una stagione turistica che dura poche settimane all'anno, per impegnarsi in una straordinaria gara di solidarietà. Uomini donne e bambini che fermano lo scorrere della loro vita normale per aiutare e ospitare i sopravvissuti a drammatici viaggi della speranza. Un popolo che non ha mai smesso di essere umano.
3. Premiare un'isola e i suoi abitanti con un riconoscimento internazionale altamente significativo servirebbe anche a svegliare l'Unione Europea dal suo torpore, da un silenzio talvolta fatto di egoismo e indifferenza, e spingerla a occuparsi del dramma di intere popolazioni di migranti che non può essere affidato alla generosità e all'altruismo di un solo paese o addirittura di un piccolo scoglio in mezzo al mare.
4. Premiare Lampedusa sarebbe come gridare "alt" allo scandaloso traffico di carne umana sul quale lucrano all'origine mediatori, scafisti e perfino piccoli ras locali e che costituisce per molti governi del Mediterraneo il sistema più semplice per fingere di risolvere, o almeno di allentare e rinviare nel tempo, drammatici problemi di fame e miseria.
5. Premiare Lampedusa significherebbe infine offrire una piccola ma intensa luce di speranza a chi è costretto ad abbandonare la sua terra e a cercare a casa altrui ciò che non avrà mai a casa propria. Vorrebbe dire che qualcuno nel mondo sta pensando anche a loro, ai dannati della terra, ai morti del mare.
Per queste ragioni chiediamo a tutti di combattere insieme a noi una battaglia di civiltà.
Sarà, almeno, una sentita testimonianza di vicinanza e solidarietà.
Il direttore de L'Espresso,
Bruno Manfellotto
 
FIRMA QUESTA PETIZIONE! CLICCA QUI!
 
APPROFONDIMENTI
Fonte articolo:  temi.repubblica.it
Ecco chi ha firmato  espresso.repubblica.it
Perché Lampedusa merita il premio Nobel di Fabrizio Gatti

Repubblica: Firma per abolire la Bossi-Fini
 


Dopo la “sorpresa” di Dario Fo, il GRAZIE delle donne di Trama di Terre

Ieri sera, 2 ottobre 2013, il Teatro Comunale Ebe Stignani era pieno di gente, la platea, i palchi e perfino il ridotto, il pubblico ha deciso di accogliere il 'maestro' con il più generoso degli applausi.
Uno schermo enorme, uno sgabello rosso e un teatro che respira insieme, tutte e tutti in attesa di ascoltare, ancora una volta, una delle voci più libere, anticonformiste e lungimiranti che abitano questo paese: Dario Fo.
 

 
Per noi, che abbiamo avuto il piacere e la sorpresa di accoglierlo, è la commozione di una camminata breve che va dal teatro ad un tè caldo, lui sottobraccio, gentile, amichevole che protesta perché i testi di Franca Rame non vengono messi in scena in Italia, mentre all'estero sono perfino studiati a scuola: “Bisogna fare sapere!” Dario l'ha ricordata come un'instancabile lottatrice: “Lei ha fatto uno spettacolo in cui raccontava il proprio stupro, dietro cui c'era lo Stato italiano. Eppure ha scelto di raccontarla centinaia di volte, per informare. Per dare alle ragazze il coraggio di mettersi in campo, far capire cosa significa violenza. Per questo bisogna applaudire queste ragazze di Imola” .
Franca Rame ha girato per tutte le carceri in Italia: come succedeva qualcosa lei doveva partire, doveva essere sul posto, dove gli operai bruciavano vivi, la gente annegava, i lager venivano resi legali. Giorno dopo giorno continuiamo la sua lotta, quando ci battiamo per fare uscire dalle mura domestiche la denuncia delle donne, per proteggere i bambini e le bambine dalla violenza assistita, per permettere alle donne di riprendere parola e diventare protagoniste della loro vita.

 
Le donne di Trama di Terre con l'assessora alle Pari Opportunità Autore: Marco Semenzin Chiudi Vogliamo ringraziare, oltre a Dario Fo e al suo staff per questo meraviglioso regalo, anche tutte e tutti coloro che in meno di 48 ore si sono mobilitate/i per rendere possibile quest'iniziativa, in particolare il Comune di Imola, lo staff del Sindaco, l'Assessorato alle Pari Opportunità, il Direttore e tutto lo staff del Teatro Ebe Stignani. Ringraziamo anche la Cgil di Imola, il Credito cooperativo ravennate e imolese, che ci aveva messo a disposizione gratuitamente la sala Bcc Città e Cultura, Videorent srl che in meno di 12 ore ci ha fornito l'impianto per la proiezione, Lara Rongoni per la consulenza organizzativa, Mauro Bartoli e Marco Carroli per l'aiuto tecnico e le riprese, Alberto Alvoni e CardoRiccardo per la grafica last-minute.
Ringraziamo, infine, tutte le donne e gli uomini che hanno riempito il teatro e che hanno vibrato delle nostre stesse emozioni.
Ora il percorso verso lo Sciopero delle donne prosegue con ancora più forza, verso un 25 novembre di lotta, si, ma come ci insegna Franca Rame, con il sorriso sulle labbra.
 
Fonte articolo e altre foto : www.tramaditerre.org
 
Altri articoli: - www.corriereromagna.it
www.ilfattoquotidiano.it
 


"Un giullare al castello", fino al 13 ottobre mostra di Dario Fo a Monte Santa Maria Tiberina (PG)

Venti opere del Premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, saranno esposte fino al 13 ottobre presso il Palazzo Museo Bourbon di Monte Santa Maria Tiberina. È la prima volta che Dario Fo espone le sue opere pittoriche in Umbria.
Il 26 settembre si è anche tenuto un ‘Omaggio a Franca Rame’, attrice, drammaturga, politica e moglie di Dario Fo, scomparsa nel maggio scorso. L’omaggio è stato organizzato dal Il Teatro dei 90, su un testo di Serena Dandini.
 


 
 
La mostra sarà aperta tutti i giorni, dalle 10 alle 19.
(dal 28 settembre al 13 ottobre 2013)
 
Rassegna stampa:
- www.valtiberinainforma.it
- tuttoggi.info
- www.trgmedia.it
- www.tguido.com


Passaparola - In fuga dal Senato - Dario Fo

Franca, la donna con la quale ho trascorso quasi tutta la mia vita e che da qualche mese mi ha lasciato, ha detto e ripetuto, nei suoi scritti e negli interventi sia in teatro che in dibattiti pubblici, che noi stiamo vivendo in una società il cui programma fondamentale è: disinformare. Cioè attraverso la gran parte degli interventi televisivi, radiofonici, giornalistici, arrivare a ubriacare un pubblico a forza di fandonie e notizie scandalistiche ad effetto per giungere a ipnotizzare la gente dentro una caterva di interventi banali, vuoti di ogni valore culturale e soprattutto manipolati, cioè falsi. Perciò Franca ha voluto lasciare soprattutto ai giovani e in particolare alle donne questo scritto, frutto di un'esperienza che parte dalla sua giovinezza, dalle lotte sociali, gli interventi contro lo sfruttamento del lavoro spesso mafioso, contro le guerre di conquista camuffate da battaglie per la pace ma tempestate di cadaveri... Fino alla sua ultima esperienza, quella in Senato, e alle sue sofferte dimissioni. 

Dario Fo

 

 

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Il racconto dell'esperienza in Senato di Franca Rame.

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