2013

DARIO FO A IMOLA PER LA PROIEZIONE DI "SESSO? GRAZIE TANTO PER GRADIRE"

Con grande felicità domani Trama di Terre accoglierà a Imola Dario Fo che interverrà all'inizio della proiezione di «Sesso? Grazie, tanto per gradire», scritto da Franca Rame, con lui e il figlio Jacopo. E' uno straordinario monologo su amore e sesso, sul vuoto di conoscenza del proprio corpo, su tabù, paure e inibizioni: comicità mescolata a serietà, provocazione ma anche delicatezza e pudore.

È la prima uscita pubblica del grande attore e Premio Nobel per la letteratura in un'iniziativa dedicata alla compagna di una vita, Franca Rame. Le donne di  Trama di terre coltivano il desiderio di continuare a far vivere Franca nelle lotte, nelle conquiste e nelle piccole rivoluzioni di tutti i giorni, per una cultura libera dalla violenza. Cogliamo questa occasione per rilanciare l'appello nazionale verso lo “Sciopero delle donne” (http://scioperodonne.wordpress.com/) che sta raccogliendo migliaia di adesioni su tutto il territorio nazionale e che ha fissato come data il 25 novembre per dire BASTA alla violenza maschile sulle donne e aprire una riflessione sulle relazioni fra i generi, sul potere e le sue dinamiche di sopraffazione.

Mercoledì al Teatro Ebe Stignani le donne native e migranti –  militanti nel contrasto alla violenza sessista - saranno nella prima fila del teatro ma verranno lasciati due posti vuoti: per Amina Filali (15 anni, suicida a Larache in Marocco per fuggire alle violenze di un matrimonio forzato dopo lo stupro) e per Fabiana Luzzi (17 anni, uccisa a Corigliano Calabro dal suo fidanzato perchè voleva lasciarlo)

Siamo stanche di piangere le donne uccise.
Vogliamo che la violenza e il femminicidio finiscano.
Vogliamo esercitare il diritto alla felicità che tutte e tutti noi ci meritiamo ora e con le generazioni future.

«Sono anni che porto in giro spettacoli sulla condizione della donna, sullo sfruttamento sessuale, i problemi con i figli, i tradimenti, la coppia chiusa, la coppia aperta... Sono convinta che la causa di ogni pena amorosa, di legami che si sfaldano, è la mancanza di armonia tra i sessi».    Franca Rame

Mercoledì 2 ottobre alle 20.30, ingresso libero

presso il Teatro Ebe Stignani, via G. Verdi, 1, Imola (BO)

con il patrocinio del Comune di Imola

La proiezione integrale di «Sesso? Grazie, tanto per gradire» (del 1995 - regia di Dario Fo) dura 124 minuti.

INFO: 339 6505406, 334 7311570, [email protected], www.tramaditerre.org


Guido Barilla: dove c'è amore c'è famiglia

Caro Guido Barilla,

Ricordo i primi spot televisivi di Barilla, a cui ho partecipato non solo come attore ma anche come autore dei testi e della sceneggiatura nonché del montaggio. Ebbero un enorme successo e, in quel tempo, ho avuto anche l'occasione di conoscere Pietro, vostro padre.

Una persona piena di creatività ed intelligenza, appassionato d'arte e di cultura.

In quegli spot abbiamo raccontato di prodotti che sono diventati simbolo dell'Italia e degli italiani tutti, nelle nostre case e nel mondo. La pasta soprattutto è sinonimo d'Italia, di casa e di famiglia. Per tutti.

Ecco: oggi il nostro Paese è fatto di tante famiglie unite solo dall'amore delle persone che ne fanno parte. Amore che non è in grado di discriminare, che non ha confini: e l'amore, in tutto il mondo, può nascere tra un uomo e una donna, due donne, due uomini.

Sull'amore si fonda una famiglia, quella che la vostra azienda racconta nella sua comunicazione. Sull'amore si fonda una casa.

Alla domanda sul perché la sua azienda non faccia spot pubblicitari con famiglie gay, lei ha risposto: "Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell'azienda". Poi, in seguito alle polemiche che si sono scatenate, ha specificato: “Volevo semplicemente sottolineare la centralità del ruolo della donna all'interno della famiglia”. E ancora: “Ho il massimo rispetto per qualunque persona, senza distinzione alcuna. Ho il massimo rispetto per i gay e per la libertà di espressione di chiunque. Ho anche detto e ribadisco che rispetto i matrimoni tra gay. Barilla nelle sue pubblicità rappresenta la famiglia perché questa accoglie chiunque e da sempre si identifica con la nostra marca”

Ecco, Guido. La sua azienda rappresenta l'Italia: nel nostro Paese e in tutto il mondo. Un'Italia che è fatta anche di coppie di fatto, di famiglie allargate, di famiglie con genitori omosessuali e transgender.

Ecco perché le chiedo di cogliere questa occasione e di ritornare allo spirito di quegli spot degli anni '50 dove io stesso interpretavo uno spaccato della società in profondo mutamento. Ecco perché le chiedo di uscire dalla dimensione delle polemiche e farsi ambasciatore della libertà di espressione di tutti.

Mi appello a lei, caro Guido, perchè ha modo di ridare all'Italia di oggi la possibilità di rispecchiarsi nuovamente in uno dei suoi simboli e alla sua azienda di diventare ambasciatore di integrazione e voce del presente. E chiedo quindi che lo faccia con le prossime campagne pubblicitarie del gruppo Barilla, dove la famiglia potrà finalmente essere rappresentata nelle sue infinite e meravigliose forme di questi nostri tempi.

Come ho già scritto: "Buttiamoci con la testa sotto il getto del lavandino e facciamo capire ai briganti che qui siamo ancora in molti in grado di dimostrare di far parte di un contesto di uomini e donne libere e pensanti".

DARIO FO 

 

barilla-dove-c'è-amore-c'è-famigliaLettera aperta con la quale Dario Fo chiede a Guido Barilla di rappresentare la famiglia nelle sue diverse forme di questi nostri tempi. Puoi sottoscriverla anche tu firmando la petizione su change.org  (Clicca qui)

 

Spot Barilla con Dario Fo:

IL BALLISTA (1959)

Dario Fo veste, di volta in volta, i panni di un personaggio diverso proponendo agli amici del bar varie storie basate su notevoli e improbabili "balle". Alla fine del racconto uno degli amici puntualmente esclama: "Questa proprio non la bevo" e Fo risponde, mostrando una scatola di pasta Barilla: "E questa la mangi?".

 

 

 

Petizione pubblicata il 27 - 09 - 2013


Le cooperative salveranno il mondo!

Corso di formazione sull'imprenditoria cooperativa. Come costituire e gestire una società cooperativa.

Il Nuovo Comitato Il Nobel per i disabili Onlus organizza un Corso di formazione sull'imprenditoria cooperativa. Come costituire e gestire una società cooperativa

Libera Università di Alcatraz 6-8 novembre 2013

Presentazione del corso: il Corso di Formazione sull’imprenditorialità cooperativa nasce dall’esigenza di fornire a chi intende creare una impresa mutualistica gli strumenti più adeguati per raggiungere i propri scopi.
Le cooperative sono imprese antiche, eppure molto moderne e straordinarie, perché colgono le esigenze delle fasce più deboli della popolazione e tendono alla soluzione dei problemi di base.
In questo momento di profonda crisi economica e sociale le cooperative rappresentano un baluardo indispensabile per chi intenda vedersi garantita, ad esempio, una continuità occupazionale o la fruizione di servizi socio sanitari.
Il corso si rivolge ai futuri soci di società cooperative, ma anche a soci e manager di società cooperative già costituite che intendano migliorare le proprie conoscenze mutualistiche.
Scopo del corso: la formazione imprenditoriale è essenziale per tutti coloro che intendano costituire una società. Il settore cooperativo ha regole proprie che devono essere conosciute dai futuri imprenditori.
Lo scopo del corso è quello di fornire un ventaglio di informazioni di base per avere una piena consapevolezza del percorso imprenditoriale nel settore cooperativo.
Il corso ha una impostazione molto pratica e affianca alla disamina della legislazione societaria e fiscale, la realizzazione di esercitazioni, tra cui la redazione di un business plan, strumento essenziale per la costituzione di una nuova società.

CONTINUA A LEGGERE CLICCA QUI

Gratuito per coloro che fanno parte già di cooperative sociali o di lavoro, per associazioni di volontariato e per chi ha un reddito basso grazie a un contributo del Nuovo Comitato Il Nobel per i disabili Onlus.
Per info e iscrizioni [email protected] oppure telefonare allo 075/9229938-39-14

A SEGUIRE, 8-10 NOVEMBRE, CORSO SULLA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE. Clicca qui per maggiori informazioni


LETTERA SCRITTA DA JACOPO FO AL PRESIDENTE DEL SENATO PIETRO GRASSO

22-09-2013

 

Gentile Presidente del Senato Pietro Grasso,

le scrivo per ringraziarla per il discorso da lei tenuto in Senato per commemorare mia madre.
Sono restato sinceramente stupito sia per i contenuti, fuori dalla retorica commemorativa, sia per il tono privo di formalismo, sia per il fatto che Lei abbia voluto fare uno strappo formale alla tempistica prevista dal protocollo.
Si tratta dell’unico caso nel quale la mia famiglia abbia ricevuto dalle istituzioni italiane un segno di stima e, addirittura, di affetto.
Sinceramente non me l’aspettavo proprio…
Il fatto che mia madre si sia sempre impegnata a dire quel che pensava e a fare ciò che credeva giusto, senza preoccuparsi delle conseguenze, l’ha portata a scontrarsi con i molteplici e assillanti poteri italiani, provocando reazioni stizzite e a volte violente da parte di chi, a destra e a sinistra, considerava la politica scontro da stadio o strumento per servire interessi personali.

Mi rendo conto che queste mie parole rischiano di essere formali, proprio mentre la ringrazio del suo non essere stato formale.
Le voglio quindi raccontare una storia che pochissimi conoscono, accaduta negli anni ‘80.
Mia madre aveva la passione del gioco delle carte, che per fortuna praticava con moderazione, parsimonia e leggendaria fortuna… Ma questo la portava a frequentare a volte ambienti diversi da quelli che le erano abituali. Una sera si trovò ad ascoltare casualmente una conversazione tra due fotomodelle che non si erano accorte della sua presenza. Dalle poche parole che intercettò comprese che stavano parlando di un Ministro democristiano che sarebbe partito di lì a poco per Città del Messico e del fatto che gli era stata preparata una trappola grazie a una ragazza estremamente attraente e una stanza d’albergo dove erano state nascoste delle telecamere.
Mia madre la mattina successiva telefonò alla segreteria del Ministro e disse che, se il Ministro stava per partire per il Messico, era meglio che prima parlasse con lei. Dopo pochi istanti il Ministro in persona richiamò preoccupato. In effetti lui stava per partire per il Messico ma si trattava di un viaggio riservato, per questioni molto delicate di politica estera. E lui si chiedeva come potesse una nota estremista di sinistra sapere di questo suo viaggio… Cosa stava succedendo?
Mia madre gli raccontò della ragazza avvenente e delle telecamere nascoste.
Giorni dopo il Ministro le ritelefonò ringraziandola e le disse che in effetti nell’hotel che lo ospitava in Messico, aveva incontrato una fanciulla che si era mostrata particolarmente disponibile e ovviamente lui l’aveva evitata. Il Ministro le chiese poi: “Ma lei perché mi ha avvisato? Qual è il suo interesse in questa storia?”
Mia madre rispose: “Non sopporto gli imbrogli.”
Non ci furono poi altri contatti tra mia madre e il Ministro… Ma per una decina di anni mia madre ha ricevuto un cesto di dolciumi ogni Natale, inviato da un anonimo ammiratore, insieme ad un bigliettino criptico: “Saluti dal Messico”…
E mia madre non ha mai voluto dire neppure a me il nome di questo Ministro.
Questo aneddoto racconta molto bene l’etica di mia madre: opporsi a ciò che non è giusto a prescindere da qualunque considerazione di convenienza. Il fine non giustifica mai i mezzi.
Questa coerenza l’ha fatta amare da moltissimi, ma le ha anche creato molti guai con persone potenti, molti colpi, esclusioni e calunnie…

Ecco perché il suo discorso è stato per me particolarmente importante e gradito, un segno che qualche cosa comunque sta cambiando.

Grazie Signor Presidente
E auguri.
Jacopo Fo

Per vedere il video della commemorazione di Franca clicca qui

 

Fonte: www.jacopofo.com


LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO PIETRO GRASSO

A Pietro Grasso,
Presidente del Senato della Repubblica Italiana
                                                                 Cesenatico, 18 settembre 2013
 
Caro Presidente,
 
La ringrazio con entusiasmo e riconoscenza per lo stupendo intervento che ha voluto dedicare a Franca. Un discorso sulla sua vita di donna e attrice, ma soprattutto di persona coinvolta nella disperata lotta per l’emancipazione e la giustizia dei diseredati e degli sconfitti dall’egoismo spietato degli eterni signori del potere.
 
Ad ascoltare il Suo intervento trasmesso dalla televisione c’erano con me i miei giovani collaboratori, i quali si sono sentiti commossi e partecipi a quella commemorazione finalmente priva di retorica e luoghi comuni.
 
La ringrazio ancora per aver ricordato non solo i momenti drammatici dell’esistenza di Franca ma anche quelli del coraggio e della coerenza.
 
Devo inoltre ammettere di non aver intuito che il Suo intento era quello di dedicare al ricordo della mia compagna il tempo massimo che per una normale commemorazione dentro le aule parlamentari viene concesso dalla consuetudine.
 
Le dirò che il modo in cui mi era stato prospettato dai suoi collaboratori lo svolgersi della manifestazione mi aveva condotto in inganno. Il fatto di aver scombinato il normale rituale trasgredendo i limiti della convenzione, come Lei ha fatto, mi riporta sempre nella convinzione che al mondo vivono insieme due categorie di individui: quelli che restano nella regola e quelli che regola e regolamenti cercano in ogni momento di mandare a pezzi nell’intento di vedere la luce che ci sta dietro.
 
La ringrazio ancora e, se mi permette, l’abbraccio, anche se è fuori dalle suddette regole.
 
 
          
Dario Fo


Intervista a Dario Fo: “Il Senato offende la memoria di Franca”

 

Articolo di Elisabetta Ambrosi pubblicato su Il Fatto Quotidiano

UNA COMMEMORAZIONE DI CINQUE MINUTI IN AULA CON I PARENTI (IL PREMIO NOBEL E IL FIGLIO JACOPO) IN PICCIONAIA: “ASSURDO”

 

 

Seduto in piccionaia, come un estraneo, un giornalista straniero, uno qualunque. Così avrebbe dovuto assistere Dario Fo alla commemorazione di Franca Rame prevista per mercoledì prossimo in Senato. Tempo previsto per il rito: cinque minuti secchi, senza che a lui, premio Nobel e compagno di una vita, fosse permesso di dire una sola parola di ricordo. Per questo, né Dario Fo, che si dice “sgomento e offeso”, né suo figlio Jacopo, saranno seduti lassù, per assistere ad una celebrazione in cui “qualcuno si prenderà la briga di prendere la parola giusto per ricordare che Franca Rame è stata due anni senatrice”.

Dario Fo, cos’è successo?

Col pretesto delle consuetudini, che diventano regole assolute, hanno deciso di ricordare Franca in pochi minuti. Una persona che non è mai stata una donna comoda, ha sempre contestato la superficialità e la tendenza a rimandare ogni riforma e legge fondamentale, come per esempio il conflitto di interessi. Franca non è una donna che è arrivata alla politica per caso, ha fatto politica fin da ragazza, da quando aveva vent’anni. Dalle lotte nelle fabbriche in occupazione al “soccorso rosso” – quando grazie a lei decine di avvocati si prestarono per difendere i ragazzi del movimento studentesco in galera e gli operai arrestati – agli interventi contro le condanne dei malati di Aids imprigionati per droga. Ha assistito per anni i malati terminali, ha fatto battaglie sulle morti bianche, gli emigrati trattati come criminali, la morte dei soldati contaminati dall’uranio impoverito. E, mi faccia aggiungere, è stata la sola che ha dato le dimissioni dal Senato senza preoccuparsi di ottenere la pensione come avrebbero fatto tutti, in modo sconcio.

Eppure tutto ciò andrà detto in cinque minuti.

Ecco. Una persona che ha dato la vita per quelle che si chiamano battaglie culturali, morali, contro l’egemonia dei ladri di regime, contro la miseria intellettuale, la si ricorda così. E io non avrei potuto parlare. “Non è nell’uso”, mi hanno detto i vari tirapiedi incaricati che mi hanno chiamato al telefono. Ma forse, al di là della consuetudine, dietro questa decisione c’è un’altra ragione.

Quale?

Franca uscirà in ottobre con un libro che si chiama proprio Fuga dal Senato (Chiarelettere, ndr), a mio avviso hanno messo le mani avanti, e hanno deciso di celebrarla prima. Perché in queste pagine attacca il Senato e ha espressioni piuttosto dure con gli eletti, oltre a dire la verità su cose che sono state sempre taciute: dal problema della guerra a quello dello sfruttamento del gioco d’azzardo, all’uranio impoverito e tutte le truffalderie dei personaggi che hanno cambiato casacca. Cose delicate, appunto, ma ben documentate. Un libro tosto, e anche spiritoso.

Il giorno prima di Franca sarà commemorato Giulio Andreotti. Che effetto le fa?

Non lo sapevo. Bene, faranno in modo che siano tutte dello stesso peso, anche se sarà difficile che possano parlare cinque minuti di Andreotti. Comunque si commemora Franca insieme a uno che è stato processato per i suoi rapporti con la mafia, il responsabile della condanna a morte di Moro. Con lo stesso rito. Tutto ciò è allucinante. La violenza nei nostri riguardi è stata estrema – basta ricordare quella subita da Franca dal commando delle cosiddette “forze deviate”, una base di carabinieri – e continua anche ora, dopo la sua scomparsa.

Quest’autunno ci saranno altre commemorazioni di Franca più degne.

All’estero e in Italia l’hanno ricordata in modo altamente civile e pieno di ammirazione, di rispetto. È impressionante la quantità di compagnie che hanno deciso di mettere in scena i suoi monologhi, ogni giorno ne ricevo notizia dal mio ufficio. Io sono qui a Milano, dove lunedì ci sarà, al Palazzo Reale, la proiezione del film con la ripresa dell’ultimo lavoro che abbiamo recitato insieme, Picasso Desnudo, un anno fa, al Teatro Dal Verme. Il nostro ultimo spettacolo, quando metà del pubblico rimase fuori. No, non posso lamentarmi dell’atteggiamento dei colleghi e della partecipazione della gente. Il comportamento dei politici, invece, lo do per scontato. Mi sento offeso, è il minimo che possa dire.

 


Omaggio a Franca Rame al Festival Internazionale del Cinema d'Arte presso Palazzo Reale (MI)

 
Il Festival Internazionale del Cinema d’Arte sbarca lunedì 16 settembre a Milano con un opening eccezionale, promosso dal Comune di Milano: la proiezione del film “Picasso Desnudo” con Dario Fo e Franca Rame, per la regia di Felice Cappa.
Sul palcoscenico, oltre al regista che presenterà personalmente il suo lavoro, il maestro Fo ricorderà per la prima volta la sua compagna di vita e di scena, scomparsa il maggio scorso.
Sarà il cortile di Palazzo Reale ad ospitare dal 16 al 20 settembre tutte le proiezioni, gli ospiti e gli incontri di questa dodicesima edizione. In caso di pioggia, le serate, tutte con inizio alle ore 20.45, si svolgeranno presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale, piazza Duomo 14, 3°piano.
La partecipazione a tutte le proiezioni e agli eventi collaterali è gratuita.
 

 
 
 MAGGIORI INFORMAZIONI:  -www.comune.milano.it  - programma in pdf