Politica italiana

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“Il disordine è la polvere del potere”. Intervista a Dario Fo di PierLuigi Mele, RaiNews24, 20 ottobre 2013

 
E’ uscito, postumo per Chiarelettere, un libro di Franca Rame. Dario Fo porterà in scena la sua Franca attraverso le parole e aneddoti di ‘In Fuga dal Senato’, il libro a cui la Rame ha lavorato fino alla fine, e guardando all’attualità. Il libro è già in ristampa a 14 giorni dall’uscita, è il racconto della sua esperienza di senatrice e delle battaglie di una vita. ”Sarà un insieme di monologhi e dialoghi. Recitero’ con tre attori, farò dei commenti e racconterò episodi legati al libro” dice Fo che debutta il 7 novembre a Genova. Sul libro abbiamo intervistato Dario Fo, è stata l’occasione, anche, per riflettere sugli ultimi avvenimenti della politica.

Maestro Fo, a leggere il diario di Franca, “In fuga dal Senato”, sulla sua esperienza, breve ma intensa, da senatrice c’è da rimanere amareggiati sulla qualità umana dell’ambiente. Infatti scrive Franca: “In Senato non c’è traccia di amicizia e si fa fatica a ricevere un saluto”. Insomma un luogo “malato”. Stando così le cose non c’è speranza di “salvezza”?

Ma no! Franca denuncia come un gruppo di persone che si sentono “importanti”, che si danno un certo “tono” e che credono che l’essere importanti sia determinato da quei comportamenti. L’umiltà, invece, è sempre una dote eccezionale posseduta da ogni persona veramente importante e che possiede un senso straordinario dell’umano.
C’è una frase, nel libro di Franca, che mi ha colpito: “Il disordine è la polvere costante distribuita tra gli ingranaggi del potere”. …

Nel libro ci sono un sacco di intuizioni sul piano del comportamento collettivo, dell’atteggiamento della macchina del potere e soprattutto della gestione del potere, attraverso giochi bassi, molte volte presuntuosi e incredibilmente incivili.
Guardiamo ancora alla politica di oggi. Il premier Letta ha affermato, durante una intervista televisiva, “Un ventennio è finito”. Si riferiva a Berlusconi, e al berlusconismo. Per lei, invece, come stanno le cose?

Io ho scritto pochi giorni fa un articolo, sul Fatto Quotidiano, dove cercavo, con un gioco dell’assurdo, di dipingere il Cavaliere come un “Re Vichingo”. Che qui voglio riprendere, una parte, per darle il senso della metafora che ho usato per descrivere la situazione del berlusconismo. Come si sa i satrapi dei popoli del Nord al momento della fine si portavano con sé tutti i familiari e i sodali più stretti. Infatti Berlusconi è circondato da frotte di fanatici, individui che campano e stanno in vita solo grazie a lui. Egli li ha scelti, donne e uomini, spesso grazie alla loro straordinaria piaggeria, dando loro amore, stipendio, regalie e titoli. Gente che ieri era nessuno e oggi, grazie alla generosità del capo vichingo, o se preferite del satrapo, è tutto. Per lui, per salvarlo dalle grinfie di giudici famelici estremisti di sinistra, hanno giurato il falso. Si sono travestiti da allocchi pur di favorirlo. E per salvarlo sono giunti oggi a formare un governo abbracciando gli ex-comunisti, e a gestire l’esecutivo accettando compromessi che lo stesso Berlusconi dichiara inaccettabili. Tutto purché il loro padrone sia graziato. Ora, cosa può succedere a quei fedeli adulatori se all’istante il loro Salvatore decide o è costretto ad abbandonare e a sparire dalla vita politica e quindi dalla ribalta della storia? Chi si salva fra di loro? All’improvviso ecco che tutti, o quasi tutti quei senatori, deputati, sindaci, consiglieri, governatori, tutti coloro che grazie a lui hanno fatto collezione di cariche, di stipendi da nababbo, di macchine blu e di pensioni straordinarie, si ritrovano sotto il classico ponte dei barboni. Perdono tutto, sono ridotti al nulla. Ma ecco che il Cavaliere ha una idea geniale: Berlusconi ha fatto costruire, da anni ormai, un mausoleo nel quale farsi inumare al momento della sua fine. È un sacello monumentale in cui sono previsti un numero elevato di loculi dentro i quali possano trovare posto le salme di gran parte dei suoi seguaci che, morto lui, saranno disposti a tenergli compagnia nell’aldilà. Anzi, da una recente inchiesta si è scoperto che in questi ultimi anni Silvio l’Eterno ha allargato enormemente il numero di posti-tomba. E soprattutto si è venuti a conoscenza del fatto che nella parte centrale del mausoleo, quella sotterranea, è sistemato un enorme generatore di corrente elettrica. A che serve? Basta consultare un testo che Giuseppina Manin ha scritto a quattro mani con me, Il paese dei misteri buffi. Eccovi la parte che ci interessa: “Un motore diesel Ruggerini situato nel grande bunker sotterraneo con serbatoio di trenta litri di carburante assicura energia anche in mancanza di rete elettrica. Il tecnico che l’ha installato ci ha confidato: ‘Non ho capito perché lo volessero così potente. Una cosa spropositata senza senso. A meno che lui non voglia farsi ibernare’. Ibernare. Ecco qua la geniale soluzione del problema! Difatti, in tutta segretezza, nell’ultimo mese della costruzione, il Cavaliere ha fatto installare nel sotterraneo, nell’atrio del bunker, in un’ampia stanza, un vero e proprio complesso di alta tecnologia, attraverso il quale si può arrivare a ibernare esseri umani ancora vivi”. Meraviglioso! Esseri umani ancora vivi! Tutti uniti, tutti insieme come nella grande barca dei pirati del nord.
Uno scenario da incubo…Parliamo del PD. Adesso questo partito farà il Congresso. C’è qualcuno che le piace tra i leader del PD?

Non parlerei di personaggi, ma piuttosto di progetti che mi davano speranza, ma poi tutto è stato, come al solito, sotterrato. Ho visto i responsabili scantonare, cancellare la propria memoria, questo partito ha tradito una storia (quella del Pci). Si sono fidanzati con Berlusconi e adesso ci vanno a letto insieme.
Matteo Renzi le piace?

Matteo Renzi non mi piace, questo gruppo di nuovi politici è un ritrovamento straordinario fra cattolici apostolici romani. Dicevamo, una volta, non moriremo democristiani, qui puntiamo a vivere da democristiani.
Veniamo al Movimento 5 Stelle: non le sembra che stia rischiando, sempre di più, di essere una occasione perduta? 

Quello che mi spaventa è insistere su menzogne, smentite dopo poco dalla stampa, sul fatto delle loro risse. Quello che sta succedendo è una routine per un partito normale. È sicuro, siccome questo partito fa paura, che un singolo momento anche di dibattito, che dovrebbe essere simbolo di vitalità e di diversità, inquieti gli osservatori. Certo, nel folto gruppo di questi giovani politici ci sono delle personalità che cercano di esprimere se stesse, spesso creando dibattito anche feroce con i due fondatori del movimento. Ma questa contrapposizione viene vista come mancanza di democrazia, addirittura come fascismo, è lì che non si capisce il nesso.
Lei e Franca vi siete sempre battuti per gli ultimi. Sono note le vostre posizioni sugli immigrati. Ha parlato con Grillo dopo che si è espresso contro l’abolizione del reato di clandestinità?

La clandestinità, così come viene percepita, cercando di creare la paura, il terrore, “arrivano i barbari, ci portano via tutto, ci portano via il lavoro”, è stata montata oltre ogni misura, non certo da Grillo, ed è veramente incivile il modo con cui si attaccano questi poveri cristi e non si pensa mai che l’interesse, o meglio il grande guadagno che lo Stato italiano ha ogni anno è di 11 miliardi. E sapete da che provengono questi utili? Del fatto che c’è una grande quantità di migranti che lavorano per qualche anno in Italia e che poi l’abbandonano e lasciano quei denari che dovrebbero servire per quando si va in pensione. Questa gente regala soldi allo stato italiano. Questo è qualcosa che pochi sanno ma bisogna dirlo. Spesso anche Grillo si dimentica di situazioni come questa.
Torniamo al libro di Franca. Quei 19 mesi passati in Senato per Franca furono, pur nella difficoltà, una occasione, però, per fare battaglie importanti. Ricordiamo quella sui militari morti a causa dell’utilizzo dell’Uranio “impoverito”. Battaglia coraggiosa che ha squartato l’opacità su questo tema. Insomma a volte, se si è caparbi, si possono vincere battaglie importanti. Mi sembra un messaggio positivo: a volte, non sempre purtroppo, è avvenuto nella storia: il piccolo Davide vince contro Golia. Qual’ è la “fionda”, oggi, che consente di far vincere la politica buona?

Prima di tutto bisogna insistere, non bisogna avere il solito atteggiamento: chi me lo fa fare. Franca ha insegnato che chi continua, lotta, vince. Infatti il governo italiano oggi è stato obbligato da una sentenza a pagare una multa altissima alle famiglie di tutte le vittime dell’uranio impoverito. Sono stati uccisi dall’imbecillità dei dirigenti che continuavano a dire che morivano non per colpa dell’uranio ma a causa di vaccini infetti e di altre amene ragioni paradossali.


GASPARRI CENSURA DARIO FO IN SENATO

In Senato il Movimento 5 Stelle sta dando battaglia in difesa della Costituzione e contro il disegno di legge del Governo Letta che violenta l'articolo 138, la valvola di sicurezza della nostra Carta contro colpi di mano.
Ognuno dei nostri portavoce interviene per il tempo massimo consentito: 20 minuti. In questo modo, contro il volere della maggioranza Pd-Pdl-Scelta Civica, riusciremo a far slilttare il voto sul provvedimento a mercoledì prossimo.
Lo facciamo per accendere il riflettori su un momento importantissimo per il nostro Paese di cui la stampa, a parte qualche rara eccezione, non si occupa come dovrebbe.
Oggi, 16 ottobre 2013, il Movimento 5 Stelle composto da portavoce dei cittadini nelle Istituzioni lo fa dando la parola in Senato al Premio Nobel per la letteratura Dario Fo tramite un nostro portavoce.
Queste le parole di Dario Fo lette in Senato:
"Che strano, abbiamo sempre detto che la nostra è la Costituzione più bella del Mondo ed ecco che all'improvviso qualcuno vuole cambiarla perché, dicono, in quel testo ci sono delle incongruenze e degli errori e, guarda caso, questi senatori e deputati sono gli stessi che hanno voluto e imposto le leggi ad personam. Strane coincidenze della storia."
Questo poi l'appello finale di Fo al Parlamentopermettete di darvi un consiglio: cercate di ricordare in ogni momento che siete tutti al servizio della gente e NON ad interessi particolari di qualcuno o di qualcosa.
Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ha impedito l'ascolto integrale del contributo di Dario Fo.
http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2013/10/per-la-costituzione-dario-fo-parla-in-senato.html


Dario Fo: “Beppe ha sbagliato e credo l’abbia capito” (La Stampa 12/10/2013)

  Intervista di Jacopo Iacoboni
 
«Ci sono rimasto male. Poi lui ha capito di aver esagerato»
Dario Fo ha appena finito un’interminabile riunione nella sua bella casa milanese, sua e di Franca, nella quale come sempre s’è appassionato. A 87 anni il premio Nobel è ancora un vulcano di progetti, ora sta portando in tour in Italia il libro della Rame per Chiarelettere, In fuga dal Senato. Ha accettato di parlare della sconfessione di Grillo dei suoi parlamentari sull’abolizione del reato di clandestinità.
Le sue idee sono nette. «Lo dice a me? Tutti quelli di sinistra ci sono rimasti malissimo leggendo quel post», spiega subito, usando per sé, classicamente, non alla maniera del Movimento cinque stelle, l’etichetta “di sinistra”.
Secondo lei come mai Grillo ha deciso di andarci giù così duro?
«Beppe ha sbagliato e, credo, ha anche capito, ieri sera tardi (nella notte di giovedì), di aver esagerato. Da quello che so se n’è reso conto, e c’è chi gliel’ha detto in modo franco».
Lei sull’immigrazione anche di recente ha sostenuto, e fatto, cose che vanno in direzione opposta rispetto a quel post.
«Ma naturalmente! Le ho dette e le ripeto. In un’occasione - nel libro che abbiamo fatto assieme con lui e Casaleggio - le ho anche scritte, per la verità. Nel libro mi sono scagliato duramente verso tutti e due per il fatto di non aver considerato - tutti e due (lo ripete, nda.) -, tra le altre cose, il grandissimo utile che viene all’Italia dall’arrivo di questi profughi. Non è solo una questione etica, ho detto. È un’opportunità per noi italiani».
In che senso?
«Parlando con loro - ci sentiamo spesso, quasi quotidianamente e facciamo anche diverse iniziative insieme - credo di aver alzato la voce quando sostenevo questo: ricordatevi che ogni anno, se non ricordo male, lo stato italiano incassa una cifra di undici miliardi di contributi versati da questi lavoratori. E pensate, gli ho detto, molti di loro, nonostante i denari che hanno versato, preferiscono poi andarsene lo stesso in Germania, o in Inghilterra, perché l’Italia è un posto rovinato».
E loro? Non li ha convinti, si direbbe.
«Io sono sempre stato chiaro, non li ho mai adulati, sulle cose su cui non eravamo in accordo. Devo dire che entrambi, essendo intelligenti, alla fine hanno sempre capito e rispettato, e a volte sono anche venuti sulle mie posizioni. Tra parentesi, mi è capitato di fare spesso iniziative nel volontariato sia con Beppe sia con Casaleggio. L’ultima è che siamo andati in due associazioni che fanno assistenza ai ciechi, una a Milano e una a Genova. Questo è lo spirito del nostro lavoro».
Grillo secondo lei ha inteso queste sue osservazioni? Non sono critiche che provengono da un uomo ostile.
«Io dico di sì, secondo me ha capito di aver esagerato. Ma l’altra parte del lavoro che voglio fare è aiutarle poi in concreto, queste persone. Le posso raccontare una storia?».
Quale?
«Per tutta la giornata di ieri (giovedì) io e mio figlio Jacopo siamo stati al telefono con Lampedusa, col sindaco e la questura, volevamo far arrivare lì delle tende autoriscaldate per aiutare chi sbarca. E sa cos’è successo? La sindaca ci ha detto “non possiamo accettarle perché gestisce tutto la questura”. C’è un protocollo e una burocrazia che stanno fermando tantissimi aiuti! È folle. Il nostro Paese è ridotto a questo. L’impiegata quando mi sono arrabbiato mi ha detto “ma sa, siamo in Italia...”. Che vuol dire, siamo in Italia? “Tu, sei in Italia!”, le ho strillato al telefono. Ovviamente non è colpa sua, ma che ragionamento è?».
C’è un problema nelle teste, prima ancora che nelle leggi e nella politica.
«Sì. E cambiarle riguarda tutti, la cultura, i libri, i giornali. Abbiamo un sistema di media che lavora, spesso, non sempre, a disinformare, all’imbesuimento collettivo, al conformismo, a togliere la facoltà di giudizio alla gente. È rimasto lo stesso di quando Franca e io fummo cacciati dalla Rai perché lei in uno sketch famoso nominava ripetutamente la parola mafia. O perché parlavamo di morti sul lavoro».
Un tempo ci piaceva raccontarci come italiani brava gente, ora i dati dicono che l’80 per cento degli italiani vuole più controlli, non meno, sui clandestini che sbarcano. Che è successo, la mutazione di Pasolini s’è compiuta fino in fondo anche su questo?
«E’ un processo, non eravamo così, nel dopoguerra; lo siamo diventati. La prima responsabilità per me è il disastro culturale, i soldi tagliati alle scuole, ai teatri; poi l’impossibilità di far conoscere, di informare le persone».
Grillo però, anche in un movimento che nasce sull’idea di democrazia diretta, ha una responsabilità; può orientare, non solo assecondare tutto questo.
«Io gliel’ho detto, e ripeto, credo che abbia capito».
 
ARTICOLO ORIGINALE:  lastampa.it


Firma anche tu per cancellare subito la legge #bossifini

Dario Fo: "Bossi-Fini, legge vergogna". "Sono contro la Bossi-Fini e anche contro Bossi e contro Fini che hanno fatto un regolamento senza nemmeno conoscere la realtà e i problemi dei migranti. Nessuno, per esempio, dice che grazie ai migranti lo Stato italiano incassa ben 13miliardi di euro. Sono le tasse che questi lavoratori pagano e che non vengono restituite loro in pensioni. Una quantità di migranti che hanno tutte carte in regole, pagano qui le tasse, poi magari decidono di cambiare paese per trovare più possibilità di lavoro e perdono tutto quello che hanno pagato. Solo questa cifra ci fa capire che affare sia per lo Stato l'ondata di migrazioni che arrivano da noi.
E lo Stato che fa? Li ripaga accusandoli del reato di immigrazione clandestina, anche quando sono morti per arrivare da noi. La Bossi-Fini è una legge vergogna: io prenderei i firmatari e li manderei in un centro di accoglienza Una legge vergogna. Io prenderei i nostri governanti e li accompagnerei nel centro di prima accoglienza di Lampedusa per vedere come sono costretti a vivere questi uomini, donne e bambini. Ma poi ci lascerei dentro loro".

FIRMA ANCHE TU L'APPELLO LANCIATO DA REPUBBLICA.IT per l'abolizione della Bossi-Fini
 
APPROFONDIMENTI:
- Ecco chi ha firmato, articolo di Paolo Gallori e Chiara Nardinocchi

- Leggi l'articolo di Stefano Rodotà

- Il testo integrale della legge Bossi-Fini