Milano

[STAMPA] Lazzi, sberleffi, dipinti, l'opera di Dario Fo in mostra

A Palazzo Reale dal 24 marzo al 3 giugno

Sarà ricreata la sua bottega d'artista. Esposte anche le pitture dei primi anni, collages, arazzi e i monumentali acrilici più recenti. In mostra anche oggetti di scena, maschere, marionette e burattini, tra cui quelli storici appartenuti alla famiglia Rame

dario fo e stefano boeriMilano, 12 marzo 2012 - L'assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Palazzo Reale, la Compagnia Teatrale Fo-Rame e la Fondazione Antonio Mazzotta celebrano Dario Fo con una grande mostra dei suoi lavori pittorici e con la ricostruzione live della sua “bottega d’artista”. Un evento lungamente atteso per rendere omaggio a un grande artista.

"Colmiamo oggi con un ritardo ingiustificabile il debito che Milano ha contratto con un suo cittadino straordinario – ha detto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri, presentando oggi in Sala delle Cariatidi gli eventi e la mostra dedicati a Dario Fo –. Una personalità che ha inciso profondamente sulla cultura, l'arte e la politica italiana e internazionale degli ultimi sessant’anni. Con questa serie di iniziative, non solo rendiamo il dovuto omaggio a un artista che ha studiato, lavorato e vissuto a Milano, ma vogliamo anche valorizzare lo straordinario e unico processo creativo che caratterizza il suo genio: un percorso che nasce dalla pittura per poi trasformarsi in immagine, da lì in gesto, poi in parola, e infine in testo scritto. Per testimoniare la grande attenzione internazionale verso l'omaggio che Milano dedica a Dario Fo – ha poi annunciato l’assessore Boeri - il primo aprile, qui in Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, Hans Hulrich Obrist, uno dei massimi curatori della scena dell'arte contemporanea, intervisterà Dario Fo, in un dialogo pubblico che coinvolgerà tutta la città".

 “Sono felice di aver potuto iniziare con questa Amministrazione comunale il percorso di riparazione dei torti subìti da Dario Fo da parte delle Amministrazioni precedenti – ha detto il Presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo -. Dario Fo e Franca Rame hanno infatti dedicato la loro vita non solo all’arte, al teatro e alla cultura, ma anche alla vita politica di questa città e di questo Paese, con una partecipazione appassionata e attenta a tutti gli aspetti della vita sociale. Per questo Milano, finalmente, gli tributa il giusto onore. Il percorso di riparazione si chiuderà quando Dario Fo potrà finalmente avere uno spazio permanente dove poter lavorare e conservare l’immenso patrimonio delle sue opere”.

Straordinario uomo di teatro e Premio Nobel per la letteratura nel 1997, Dario Fo è noto anche per il suo impegno sociale. Non tutti però lo conoscono come pittore, nonostante questo linguaggio abbia accompagnato da sempre la sua attività teatrale e l’abbia anzi preceduta.

Per mostrare il profondo legame tra Fo e la pittura, a Palazzo Reale verrà ricostruita la sua Bottega d’artista, un vero e proprio “laboratorio” che aprirà in anteprima, e gratuitamente, dal 13 al 18 marzo: l’accesso è su prenotazione (telefonando da lunedì a venerdì allo 02.54913), dalle 10 alle 12.30 con la presenza del Maestro, e a ingresso libero (fino ad esaurimento posti) dalle 12.30 alle 17.30, con gli assistenti al lavoro e le proiezioni delle sue lezioni-spettacolo sulla storia dell’arte. È nella bottega – intesa nella sua accezione rinascimentale – che Dario Fo, partendo da disegni e dipinti, elabora i suoi canovacci portati poi sulla scena. Dopo la settimana di anteprima, la “Bottega d’artista” riaprirà all’interno dell’esposizione come parte integrante del percorso.

La mostra "Dario Fo a Milano - lazzi sberleffi dipinti", a Palazzo Reale dal 24 marzo al 3 giugno, sarà un’importante occasione per comprendere come la pittura abbia costituito un punto cardine nel linguaggio espressivo di Fo. A testimoniare l’inesauribile e imprevedibile creatività dell’artista saranno esposte oltre 400 opere con una grande varietà di stili e tecniche: dalle pitture dei primi anni ai collages e agli arazzi, fino ai monumentali acrilici più recenti. In mostra anche oggetti di scena, maschere, marionette e burattini, tra cui quelli storici appartenuti alla famiglia Rame. Nutrita la presenza di disegni, schizzi, acquarelli, bozzetti di costumi, fondali, ampie scenografie, locandine e stampe che per osmosi sono diventati parte integrante della drammaturgia della Compagnia Teatrale Fo – Rame.

Il percorso espositivo si apre entrando nel vivo della satira politica e di costume da sempre praticata nell’arte di Dario Fo, in pittura e in teatro: questo discorso culmina nelle grandi tele “parlanti” realizzate appositamente per la mostra di Palazzo Reale.

Il curatore della mostra Felice Cappa commenta così questa sezione della mostra: “Fedele alla dimensione narrativa della sua pittura, Fo propone alcuni fondamentali momenti politici della storia italiana degli ultimi anni e dei grandi avvenimenti internazionali dell’era della globalizzazione e della dittatura finanziaria. Sono inoltre documentate: la lunga fase del berlusconismo, la deriva e l’imbarbarimento della politica italiana, gli episodi di corruzione e speculazione edilizia, la mala gestione delle emergenze nei soccorsi alle zone colpite dai terremoti e così via. Questa sezione verrà ad arricchirsi con le opere che saranno terminate nella Bottega d’artista”.

La mostra accompagna poi il visitatore in un lungo viaggio attraverso la “storia dell’arte”: dai lavori ispirati alle incisioni rupestri preistoriche ai nostri giorni, attraversando i linguaggi della classicità greca e romana sino alla preziosità dei mosaici ravennati e bizantini. L’interesse di Dario Fo per l’arte del Medioevo e del Rinascimento è testimoniato dai lavori che celebrano i rilievi scultorei del Duomo di Modena e la decorazione del Duomo di Parma, insieme agli studi e alle lezioni-spettacolo su Giotto e Pietro Cavallini, su Mantegna, Giulio Romano, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Correggio e Caravaggio.

Con Tiepolo si interrompe il cammino nella “storia dell’arte” per proseguire con le regie delle opere rossiniane: Il Barbiere di Siviglia (1987), L’Italiana in Algeri (1994), La Gazzetta (2001) e Il Viaggio a Reims (2002). Qui Dario Fo costruisce la più consistente documentazione visiva, elaborando un’impressionante serie di tavole e disegni, molti dei quali presenti in mostra accanto a quelli dedicati al teatro di Molière e all’Histoire du soldat di Stravinsky, capolavoro da lui rivisitato e allestito al Teatro alla Scala nel 1978.

La creativa stagione alla Palazzina Liberty del Collettivo Teatrale La Comune, fondato da Dario Fo e Franca Rame nel 1974, è ricordata in mostra attraverso la presenza di opere che Sebastian Matta realizzò per quello spazio.

Il percorso prosegue documentando l’incontro con Franca Rame avvenuto nel 1952. Appartenente a una famiglia di artisti girovaghi, che dal Seicento operò nel solco della tradizione della  commedia dell’arte, Franca Rame fece scoprire a Dario Fo la satira come strumento fondamentale per la propria elaborazione artistica.

La mostra si conclude con una sezione dedicata alla formazione artistica di Fo, dai primi studi sul natio lago Maggiore al trasferimento a Milano e alla frequentazione dell’Accademia di Brera, dove incontrò maestri come Achille Funi, Carlo Carrà e Aldo Carpi.

Una straordinaria documentazione d’archivio ha consentito la realizzazione di inediti montaggi video, attraverso i quali è possibile ricostruire il giusto rapporto tra le opere teatrali e pittoriche e il contesto storico, artistico e sociale che le ha ispirate. Venti schermi documentano sala per sala la mostra, attraverso le lezioni spettacolo tenute da Dario Fo e Franca Rame. Inoltre, in una sala di proiezione, saranno visibili al pubblico le rappresentazioni teatrali e i film a partire da Lo Svitato del 1956. Data la gran quantità di materiali a disposizione, i programmi saranno rinnovati ogni 2 giorni.

Il catalogo, realizzato dalle Edizioni Gabriele Mazzotta, è la testimonianza del lungo sodalizio tra la casa editrice e Dario Fo. Oltre ad aver pubblicato il recente catalogo della mostra Dario Fo. La pittura di un narratore al m.a.x.museo di Chiasso e aver ospitato nel 1999 la mostra Federico Fellini & Dario Fo. Disegni geniali negli spazi della propria Fondazione in Foro Buonaparte, Gabriele Mazzotta ha curato fin dal 1970 pubblicazioni sul teatro di Dario Fo e Franca Rame, compresa la loro opera più famosa in assoluto: Mistero buffo.

Sono inoltre previste visite guidate per scuole di ogni ordine e grado, gruppi e famiglie a cura della società Ad Artem. Spotlight srl, Azienda leader in Italia e nel mondo nell’illuminazione per l’entertainment ed il settore architetturale, è sponsor illuminotecnico, avendo fornito i corpi illuminanti professionali per la mostra. La mostra inoltre si avvale della collaborazione in qualità di media partner di Fondazione Corriere della Sera, Radio Lifegate e Televisionet.

 

fonte: comune.milano.it

 

Clicca sull'immagine in basso e guarda le foto della presentazione della mostra su corrieredellasera.it

dario fo a milano


[STAMPA] Per esporre i lazzi di Dario Fo salta la mostra sui Celti

Il comune di Milano boccia l'esposizione sui popoli celtici prevista a Palazzo Reale: lo spazio serve per i dipinti del premio Nobel

Fuori la mostra “Celti d’Italia e d’Oltralpe”, dentro “Lazzi sberleffi dipinti” di Dario Fo. È bastato un fax, inviato due giorni prima di Natale, a mandare in frantumi due anni di lavoro con Palazzo Reale e con 74 musei di tutta Europa, quasi pronti a impacchettare alcune delle 700 opere archeologiche da esporre. Mittente: il Comune di Milano. Destinatario: l’associazione Capodanno Celtico. «Il fax lo abbiamo visto per caso», spiega Emanuela Magni, responsabile culturale della mostra, «altrimenti nemmeno ci saremmo accorti che il nostro lavoro sarebbe andato in frantumi».

Un lavoro presentato due anni fa a Palazzo Reale, come da prassi visto che i calendari delle mostre vengono definiti  a cadenza biennale, e subito accettato dal comitato scientifico composto da accademici di fama internazionale.  Un progetto condiviso a tal punto che Palazzo Reale «non solo fa sapere che la mostra è co-prodotta, ma invia le lettere ai musei interessati per chiedere le opere in prestito», ricorda la Magni. Mentre l’associazione si occupa delle  campagne fotografiche, dei restauri di alcune opere e del catalogo di 450 pagine.

Tutto fila liscio, fino a che a Palazzo Marino non cambia la giunta. Ecco, allora, che da Palazzo Reale arrivano i primi segnali che qualcosa inizia a scricchiolare. «Ci chiedono di produrre una brochure dettagliata da consegnare all’assessore Stefano Boeri, che avrebbe dovuto prendere visione del calendario. Anche se per Palazzo Reale, dato l’alto valore scientifico della mostra, non ci sarebbe stata alcuna retromarcia», sottolinea la responsabile culturale della mostra. Invece le cose sono andate diversamente: sul fax del Comune di Milano c’è scritto che, a causa di una nuova visione dell’assessore alla Cultura, che nel frattempo ha deciso di optare una nuova programmazione e una nuova destinazione alle sedi museali di Milano, la mostra su Celti non può essere più presentata. «Per non utilizzare la parola cancellazione», ricorda amaramente la Magni, «sul fax viene proposto di spostare la mostra al Palazzo della Ragione, che però nel frattempo è inagibile». Lo sarà, forse, in autunno, quando la mostra sarà esposta a Stoccarda, in Germania e le opere non saranno più disponibili. «Ma la cosa più grave», conclude la Magni, «è che nel fax si fa riferimento ad una nuova delibera sulla programmazione culturale che è stata approvata a febbraio di quest’anno e non a dicembre scorso quando ci hanno inviato la comunicazione. Questo è un atto gravissimo». Per non parlare dei rapporti compromessi con i musei europei, che hanno ricevuto comunicazione del mancato appuntamento dall’associazione e non dal Comune o da Palazzo Reale.

Intanto lunedì sarà presentata dall’assessore Boeri la mostra di Dario Fo. Aprirà al pubblico i prossimo 24 marzo e un assaggio dei lavori del premio Nobel si è avuta a gennaio quando Roberto Saviano ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Giuliano Pisapia. Allo scrittore napoletano, Dario Fo ha regalato il bozzetto di un quadro.

di Tiziana Lapelosa - 10/03/2012

fonte: liberoquotidiano.it


[STAMPA] A Milano 'lazzi dipinti' di Dario Fo

Esposti suoi acquerelli e bozzetti, dal 24 marzo al 3 giugno

dario foA Milano 'lazzi dipinti' di Dario Fo (ANSA) - MILANO, 8 MAR - 'Lazzi sberleffi dipinti', cosi' ha intitolato Dario Fo la sua mostra di 400 opere ospitata nel Palazzo Reale dal 24 marzo - giorno in cui compie 85 anni - al 3 giugno. Sono dipinti, arazzi, acquerelli, disegni, bozzetti per costumi, fondali teatrali, scenografie e stampe da lui eseguiti per accompagnare la sua poliedrica attivita' teatrale, per la quale nel '97 ha ricevuto il Nobel per la Letteratura. Prima di divenire autore teatrale, regista e attore, Fo ha frequentato l'Accademia di Brera.

 

fonte: ansa.it


[STAMPA] Verso il 9 marzo - Dario Fo: La Costituzione calpestata

di Dario Fo, da MicroMega 1/2012

Non bisogna mai dimenticarsi che il primo capoverso della nostra Costituzione recita: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Lavoro inteso come dignità di un sentirsi parte di una società che produce e si evolve. Far parte quindi di un progetto di arricchimento non solo materiale bensì morale, della gente. Questo articolo è invece dimenticato e calpestato.

Lo stesso governo tecnico di Monti ha iniziato varando una pesante manovra economica volta a colpire e tassare gli operai dimenticandosi di fatto la Costituzione e i suoi princìpi. Per questo sostengo la manifestazione del prossimo 9 marzo della Fiom: è fondamentale in questa fase prendere di petto la situazione, parlarne con attenzione e con una certa indignazione. Tra precarietà e attacchi al contratto unico nazionale stiamo annaspando e, contemporaneamente, precipitando in un punto di non ritorno.

Deve finire l’era di auspicare miracoli o di attendere passivamente un futuro più roseo: bisogna invece organizzarsi per una mobilitazione in tutela dei diritti del lavoro.

FIRMA L'APPELLO La società civile con la Fiom

 

fonte: temi.repubblica.it