[VIDEO] DomenicAspasso, Dario Fo alla Pinacoteca di Brera
DomenicAspasso, il Premio Nobel per la letteratura Dario Fo interpreta le grandi opere della Pinacoteca di Brera. Servizio di Ignazio Stagno e Roberto Tortora
DomenicAspasso, il Premio Nobel per la letteratura Dario Fo interpreta le grandi opere della Pinacoteca di Brera. Servizio di Ignazio Stagno e Roberto Tortora
Ventuno variazioni sull’arte, 5 tra performance e concerti e 17 ciceroni d’eccezione, che mettono a disposizione un’ora del loro tempo per presentare una personale lettura di alcuni capolavori conservati nei tre poli museali di Brera, Gallerie d’Italia e Museo del Novecento.
Estratto da "Morte accidentale di un anarchico"
il dvd dell'opera lo trovate su commercioetico.it
di ALESSIA GALLIONE
Sarà un omaggio della città al suo Nobel, quello che il Comune vuole dedicare a Dario Fo. Con una speciale mostra a Palazzo Reale, che dovrebbe essere programmata il prossimo anno. Il progetto è ancora in corso, ma Dario Fo e l´assessore alla Cultura Stefano Boeri sono già stati visti negli spazi di piazza Duomo per i primi sopralluoghi. In queste settimane, l´artista sta esponendo i suoi quadri e disegni a Chiasso. Ma quella che prenderà vita a Milano vorrebbe essere qualcosa di più, tra l´arte e il teatro. Dall´Accademia di Brera negli anni Quaranta fino a oggi, la carriera e la vita di Dario Fo sono strettamente intrecciate alla città. E le opere in esposizione racconteranno anche la storia, intellettuale e politica di Milano.
Al M.a.x. museo di Chiasso ha messo in mostra soprattutto la sua vita di «pittore professionista che ha deciso di fare l´attore e il regista», come lui stesso ha raccontato: 200 tra quadri, schizzi, disegni e bozzetti, che ripercorrono un intero percorso artistico. Dal periodo postcubista ai lavori più recenti e sperimentali, quelli che ancora oggi produce al ritmo «di tre o quattro alla settimana». Ma quella che il Comune vuole dedicare a Dario Fo a Palazzo Reale sarà qualcosa di più di una semplice esposizione di tele e disegni. Sarà una sorta di omaggio di Milano al suo premio Nobel, che racconterà la sua figura d´artista, di intellettuale internazionale, il suo impegno politico. Una storia che si intreccia molto con quella della città e sarà legata, anche negli spazi espositivi, a Milano.
Il primo sopralluogo a Palazzo Reale non è passato inosservato tra i milanesi e i turisti in coda in piazza Duomo per ammirare Cezanne e Artemisia. Impossibile non notarli, Dario Fo e Stefano Boeri, il premio Nobel e l´architetto. Perché a quello che è ancora un progetto in corso, l´assessore alla Cultura e Fo stanno lavorando intensamente nelle ultime settimane. Nessun commento ufficiale da parte di entrambi, non prima di presentare quella che sarà una delle novità principali della programmazione del prossimo anno a Palazzo Reale. Ma l´idea è la volontà dell´amministrazione è chiara: dedicare all´artista qualcosa di più di una personale, una sorta di mostra che unisca arte e teatro e, magari, si arricchisca di eventi e rappresentazioni. E farlo lì, nella sede espositiva per eccellenza della città.
Che cosa sarà la mostra? Il cantiere è ancora in corso, ma i grandi quadri potrebbero essere affiancati a filmati e scenografie teatrali, a recite e appuntamenti, per costruire qualcosa a metà strada tra arte e teatro. Non solo. La sua vita professionale di drammaturgo, attore, scrittore, pittore, comico, intellettuale con reti internazionali e l´impegno di Fo sono strettamente connessi a Milano. E le opere potrebbero essere utilizzate anche come punto di partenza non solo per raccontare un pezzo di vita e carriera del premio Nobel, ma anche altrettanti pezzi di storia della città.
Dagli anni di studio (prima all´Accademia di Brera e poi al Politecnico) fino all´esperienza in radio e in televisione come autore e attore di testi satirici; dall´incontro con Franco Parenti a quello con Franca Rame, dai circoli intellettuali alla Rai fino alle compagnie teatrali fondate: eccola la Milano di Fo. E poi l´esperienza del collettivo "La Comune", gli spettacoli e le manifestazioni organizzati nella Palazzina Liberty, l´impegno politico degli anni Settanta e quello più recente, fino alla corsa delle primarie di centrosinistra per diventare sindaco. Tutto in una mostra, che troverà casa a Palazzo Reale. (13 novembre 2011)
fonte: repubblica.it
Causa maltempo l'incontro di giovedì 20 ottobre al Cinema Palazzo con Dario Fo è saltato. Ecco il messaggio rilasciato a "Casi No"...
‘Ricucire l’Italia’: in ventimila a Milano Dario Fo: “Tutti dobbiamo darci da fare”
Personalità della cultura, politici, giornalisti e società civile 'in piazza' per l'evento. Il sindaco Pisapia: "Il berlusconismo sta finendo, vinceremo di nuovo". Saviano: "E' il momento di osare di più"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 ottobre 2011
“E’arrivato il momento in cui tutti ci dobbiamo dare da fare per il bene della collettività”: l’appello del premio Nobel Dario Fo è forse la sintesi più riuscita di “Ricucire l’Italia” , la manifestazione organizzata da ‘Libertà e Giustizia‘ all’Arco della pace di Milano. Sole, vento, tante personalità sul palco, quasi 25mila persone ad ascoltare gli interventi: sono gli ingredienti di un successo che sembra essere la seconda tappa di quanto avvenuto a febbraio scorso, quando l’associazione chiese pubblicamente le dimissioni di Berlusconi. Dai 10mila del Palasharp ai 25mila di oggi il passo è breve. “Le piazze si riempiono quando non sono i partiti a chiamarle” ha detto il vicedirettore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, che ha interpretato in tal maniera la voglia di cambiamento proveniente dalla base del Paese.
“Proviamo scandalo per ciò che traspare dalle stanze del governo, ma ci pare anche più gravemente offensivo del pudore politico un Parlamento che, in maggioranza, continua a sostenerlo, al di là di ogni dignità personale dei suoi membri”: è ciò che ha scritto, invece, il presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky nell’appello in apertura dell’evento. Su intercettazioni e legge bavaglio, ha aggiunto: “In democrazia è importante conoscere anche ciò che non è penalmente rilevante”. Gli ha fatto eco Marco Travaglio, che ha ricordato come il bavaglio non sia una creatura solo di centrodestra, visto che tutto l’arco parlamentare lo ha voluto, tranne qualche rara eccezione. Per il giornalista, inoltre, non ci si può fidare di una maggioranza che parla della possibilità di inserire l’ennesima sanatoria nel dl sviluppo dopo averne fatti già 18 in pochi anni.
Ad aprire le danze è stata Sandra Bonsanti, presidente dell’associazione organizzatrice, che dopo aver citato Primo Levi e Don Ciotti, chiesto un minuto di silenzio per le donne di Barletta e detto che “la società civile vuole pesare” (“non voteremo chi vota la legge bavaglio”), ha letto un messaggio inviato per l’occasione da Umberto Eco. “In questo spaventoso declino della vita politica italiana facciamo sentire la voce di una società civile ancora sana, così da far capire anche all’estero che l’Italia vera siamo noi” ha scritto il professore.
Numerose le personalità alternatesi sul palco, con Luisella Costamagna a coordinarne gli interventi. Presenti gli storici Paul Ginsborg e Salvatore Veca, gli ex magistrati Bruno Tinti e Giuliano Turone, il sociologo Marco Revelli, il presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, Claudio Fava di ‘Libera’, il segretario della Fnsi Franco Siddi, i costituzionalisti Lorenza Carlassare e Valerio Onida, i giornalisti Michele Serra, Lirio Abbate e, come detto, Marco Travaglio, più tutta una serie di altri ospiti di rilievo.
Dopo l’intervento di Sandra Bonsanti, il primo a parlare è stato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che dal palco si è detto sicuro della imminente fine politica di Berlusconi e della sua coalizione. “Milano è la città da cui è partito il cambiamento dell’Italia – ha detto il primo cittadino – . Al Palasharp – ha ricordato – io avevo lanciato una sfida a Berlusconi, dicendovi ‘la prossima volta sarò il vostro sindaco’. Abbiamo vinto a maggio scorso e vinceremo la prossima volta, che sono convinto sarà presto”. Successivamente, Pisapia ha parlato della manovra finanziaria e delle conseguenze funeste che essa ha avuto e continuerà ad avere nelle politiche degli enti locali, collegando i due aspetti. “Il governo ha capito che dalle città si sta alzando un vento nuovo, perciò con la manovra penalizza le risorse locali per frenare il cambiamento, ma il vento nuovo continuerà ad alzarsi” ha detto il sindaco, che poi ha lasciato spazio al primo frammento del videomessaggio inviato dallo scrittore Roberto Saviano.
L’autore di Gomorra ha rivendicato il “diritto alla felicità” che “non può che avvenire in una società di diritto”. Poi ha parlato del crollo di Barletta e della morte delle operaie senza contratto. “Il lavoro nero sta proteggendo l’Italia dalla crisi spesso i padroni sono ex lavoratori in nero a loro volta che vivono in queste condizioni – ha detto Saviano - . Trovarsi insieme è un modo di non perdere la speranza, di resistere all’idea che il talento non serva nulla, che vale una segnalazione. Se ragioniamo così hanno già vinto loro, chi è in questo momento al governo, cerca di far passare l’adagio che siamo tutti uguali e che chi critica è ipocrita, perché si comporta nello stesso modo e vuole solo la nostra poltrona”. Come si risponde a tutto questo? Per Saviano non ci sono dubbi: “Trovando la possibilità di coinvolgere le persone in un grande progetto di riforme per cambiare passo e superare questa realtà ossidata”. Questo, per lo scrittore “è il momento di osare di più”.
Simile il pensiero del premio Nobel Dario Fo, secondo cui nella contingenza “tutti devono darsi da fare in prima persona. Serve una partecipazione straordinaria, bisogna discutere, litigare e cercare di venire avanti avendo come obiettivo gli interessi della collettività. Ognuno si deve interessare ai problemi degli altri: non per curiosità, ma per amore verso gli altri”. Lo storico inglese Paul Ginsborg, invece, ha offerto una visione ‘altra’ della fine di Silvio Berlusconi, che “non è crollato, è un uomo molto tenace e determinato. E’ stato sottovalutato mille volte, ma è un uomo che combatte fino alla fine”. “Questo è un regime – ha continuato Ginsborg – tante volte il Corriere della sera e anche nel centrosinistra ci hanno deriso per averlo detto. In realtà questo è un regime caratterizzato da un conflitto d’interessi patologico che deforma la democrazia, ma è difficile che riesca ad andare oltre il 2013. Neanche Houdini-Berlusconi può fare così tanto”. Ginsborg, poi, ha parlato da una prospettiva ‘internazionale’ sulla situazione italiana: “In Europa ci si chiede come mai non riuscite a liberarvi di Berlusconi – ha detto -. E’ una cosa difficile da spiegare. Ma certo con una maggioranza in Parlamento, Napolitano non può sciogliere le Camere”. La situazione, a sentire Ginsborg, “fa malissimo all’immagine dell’Italia, anche sui mercati finanziari”. Tra i tanti interventi, da segnalare lo sguardo al futuro del presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, secondo cui la situazione è ormai intollerabile. “Non basta più pensare solo alla fine di questo governo, bisogna anche pensare a che cosa faremo dopo. La maschera è caduta, non possiamo aspettare un 25 luglio che non sappiamo se ci sarà” ha detto Smuraglia. Piazza piena, impegno civile, idee per il futuro e lotta per la libertà d’informazione nel presente: il messaggio di ‘Ricucire l’Italia” è chiaro; l’intervento di chiusura di Gustavo Zagrebelsky lo riassume al meglio: “Non ci dicano che questa nostra piazza è una piazza antipolitica o apolitica – ha detto il presidente emerito della Corte Costituzionale – . E’ una piazza prepolitica, perché da qui parte una domanda ai nostri partiti politici di riferimento, quali che essi siano, affinché recuperino la loro funzione politica”. La ricetta di Zagrebelsky è una sola: “abbandonare le divisioni di tipo personale, le correnti e trovare l’unità attorno a qualche grande idea politica, senza programmi elettorali di ottanta pagine. Si rendano conto che ciò di cui abbiamo bisogno è la loro presenza. E si rendano conto che, se questo vuoto non viene colmato rapidamente, è in discussione la democrazia”. Come dire: una piazza per la democrazia.
fonte: ilfattoquotidiano.it
''Impegniamoci in prima persona''
Libreria Feltrinelli Duomo Milano. Presentazione del libro di Gianni Barbacetto e Davide Milosa "Le mani sulla città" (Chiarelettere). Parla il premio Nobel Dario Fo
Il secondo intervento di Dario Fo