Milano

Dario Fo e Franca Rame - L'anomalo Bicefalo

La strana favola del Cavaliere tramutato in anomalo bicefalo...

Con questa piece teatrale, messa in scena alla fine del 2003, Dario Fo e Franca Rame tornano alla satira politica, documentata e d'attualita', con una performance a dir poco esilarante. L'opera ci mostra uno strano personaggio, presidente del Consiglio, al quale, in seguito a un attentato, viene trapiantato il cervello di Vladimir Putin...

 l'anomalo bicefalo

 

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Dario Fo e Franca Rame in "ISABELLA, TRE CARAVELLE E UN CACCIABALLE"

Commedia in due tempi di Dario Fo - Musiche di F.Carpi - Regia di Dario Fo.
Prima parte:
1. a) Fides fidelis - b) Concessione alla recita
2. a) Il giovane di Tunisi - b) Isabella
3. a) Felice Colombo racconta - b) La guerra santa - c) Le richieste
4. a) Ogni tanto fa un certo piacere - b) Un cacciaballe
5. Cristoforo Colombo con due facce di bronzo
Seconda parte:
1. a) Gloria - b) Il processo
2. a) Giuriamo - b) Giovanna la pazza - c) Il processo #2 (deviazioni di rotta)
3. a) La terra se vergine si beve i torrenti - b) Il processo #3 (gli schiavi)
4. Di certo non s'è mai visto.

Registrazione della rappresentazione andata in onda su Raidue nel 1977 per la serie televisiva "Il teatro di Dario Fo",allestita alla Palazzina Liberty di Milano.

"Attraverso la parodia dell'impresa di Colombo si ripercorre quel periodo storico della Spagna tardocinquecentesca che portò il navigatore genovese a convincere la regina Isabella ad affidargli tre caravelle per salpare dal porto di Palos, il 3 agosto 1492, alla volta Americhe, circumnavigando la terra.

La rappresentazione viene commentata ad intervalli regolari, con la consueta ironia, da Dario Fo.
Nel 1977, dopo esserne stato bandito per molti anni, Dario Fo, con la moglie Franca Rame, torna in televisione per un ciclo chiamato "Il teatro di Dario Fo". Questa serie di trasmissioni porterà il futuro Premio Nobel ad essere apprezzato da una ancor più vasta schiera di persone, come solo la televisione può fare. Vennero proposte varie pièces allestite nella Palazzina Liberty di Milano.Questa è la registrazione della commedia andata in onda su Raidue nel 1977.

il dvd con lo spettacolo completo e il libro di "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe" lo trovate su commercioetico.it


Dario Fo al Salone del Libro: ''Oggi non c'è la satira, c'è la barzelletta, lo sfottò''

Torino, 14 mag. (Adnkronos) - "Oggi la satira non c'è, c'è la barzelletta, lo sghignazzo più triviale, ma la differenza tra l'ironia e lo sfottò è fortissima, una impone l'eleganza, l'altro è becero e razzista".

Così il premio Nobel Dario Fo, al Salone del Libro per presentare un libro sul Boccaccio curato da Franca Rame riflette con i giornalisti sul ruolo della satira oggi. "La satira è lo specchio che determina il rovesciamento dell'ovvio e del banale - sottolinea Fo - mette per così dire il re in mutande, ne evidenzia l'ipocrisia, oggi invece tutto è affidato alla barzelletta, al sarcasmo verso i più deboli, i sofferenti quelli che nella vita non hanno avuto fortuna".

E oggi - conclude il premio Nobel - "la politica si basa sulla menzogna, sull'ipocrisia, sulla trappola, dove l'altro è il nemico".

 

fonte: notizie.it


Dario Fo: "La Villa Reale è anche mia"

Dario Fo, sollecitato dal Comitato "La Villa Reale è anche mia" interviene sulla questione del complesso monzese e critica la scelta di Regione e Comune di metterla nelle mani di un privato

"Ho assistito alla messa in scena della consegna della chiave della Villa Reale per i ministeri del nord a Pontida e mi è sembrato di assistere a una commedia grottesca, a un vero e proprio sfottò. Risulta evidente che, di fatto, non c’è alcun interesse a salvaguardare la Villa, la sua memoria storica – anche quella tragica del regicidio – e la sua valenza architettonica e culturale. L’unica cosa certa è che la parte centrale della Villa sta andando a finire nel calderone del business: è stata lottizzata, svenduta e consegnata alla speculazione di un privato che ci potrà fare di tutto. È abbastanza facile prevedere che cosa succederà alla Reggia da qui ai prossimi ventidue anni (tanti quanti sono previsti dalla concessione).

La parte centrale, staccata da tutto il resto, si riempirà di qualsiasi cosa possa rendere economicamente al concessionario: dal ristorante, alle presentazioni di marchi, alle convention aziendali, ai negozi e ai laboratori artigianali. Nessuno ci assicura che potrà ospitare manifestazioni davvero degne delle aspettative di tutti: mostre d’arte, il museo della Villa stessa, manifestazioni di grande respiro, come festival culturali. La Villa sarà sì aperta tutto l’anno, ma con la logica del centro commerciale, per i clienti, non per gli utenti di quello che dovrebbe essere rispettato come uno dei beni culturali nobili d’Italia e che, invece verrà snaturato e asservito al business.

Temo lo sfruttamento intensivo che si farà del monumento, l’esperienza ci insegna che gli stucchi, le maioliche, i pavimenti Maggiolini risentiranno della fruizione, basta ricordare la nefasta esperienza della Mostra dell’Arredamento nella Villa.

Il problema serio è che di cultura non c’è nulla: non si fanno musei, non si aprono accademie, anzi, si butta fuori l’Istituto Statale d’Arte, una scuola che ha le sue radici nella biennale d’Arte di Monza – poi trasferita a Milano come Triennale – che ha avuto tra i docenti maestri dell’arte e della cultura, da Marino Marini a Giuseppe Pontiggia, e che continua a dare un contributo importante alla formazione artistica e alle scienze applicate. Purtroppo non c’è da stupirsi: a Brera sta succedendo la stessa cosa, ristoranti e negozi piuttosto che cultura e formazione.

Anche questa ipotesi di metterci dentro i ministeri “padani” è qualcosa d grottesco, una specie di polvere argentata da gettare negli occhi dei creduloni per cercare di recuperare il consenso che si è perso.

Però i cittadini non devono dimenticare che la Villa è roba loro e l’Amministrazione dovrebbe raccogliere fondi per renderla, restaurata e attiva culturalmente, al pubblico, alla collettività."

Dario Fo
22 giugno 2011

 

fonte: vorrei.org